Attualità

videoartbook 2024

Videoartyearbook 2024

Intervengo un po’ in ritardo a fornire un breve commento dell’ultima rassegna di videoartyearbook, tenutasi lo scorso 16 maggio, in quanto ho voluto dare la precedenza a un omaggio in morte di Giorgio Marconi, del resto mi sto ritirando da un impegno diretto, lasciando che ora tutto il peso della selezione dei video spetti al terzetto Silvia Grandi-Pasquale Fameli-Piero Deggiovanni. Silvia oltretutto è ancora docente a tutti gli effetti del DAMS e quindi gode dei vantaggi insiti in questa carica, che invece non vengono concessi a me, nonostante che sia stato dichiarato docente emerito, ma senza riportare a quanto pare alcun diritto. A me resta il piacere di nominare l’ospite d’onore, in questo caso è stata Elena Volpato che dirige molto bene la sezione video della GAM di Torino, in cui ha raccolto più di mille opere, ma anche noi che non le nostre 700 e oltre le andiamo vicino. Beninteso i miei continuatori mi tengono informato, e quindi ogni video da noi proiettato gode pure della mia approvazione, ma nello stesso tempo, per una minore responsabilità diretta, forse sono in grado di evidenziare meglio le mie scelte. Che vanno sempre a premiare le opere che si affidano davvero a un comportamentismo diretto ed evidente, evitando di rifugiarsi in soluzioni di stampo letterario o onirico. Pertanto uno dei lavori che più mi hanno convinto è stato quello di Maurizio Camerani, dove si vedono gli arti inferiori di un protagonista che procedono a fatica e a rischio su delle specie di assi di equilibrio.   Valida come sempre Elisabetta Di Sopra, con un lavoro molto semplice, come in genere sono i suoi, dove si vede una mano che cerca di pareggiare i piccoli rilievi esistenti in una distesa di sabbia. Valida anche Chiara Ventura, ma ai limiti con l’orrore, dove si vede un blocco di carne indecifrabile che viene tagliato  a pezzi, non si sa bene se per cibarsene o per infliggere una barbara tortura. Un passo verso il letterario lo fanno Simona De Carlo con una ridda di bulbi oculari che si moltiplicano sulla superficie. E Francesca Lolli giocherella coi suoi seni scoperti, anche in questo caso con una nota orrorifica, come se qualcuno glieli espiantasse per un rito perverso. Poi un genere che gode sempre della mia approvazione è quello dove i video contendono con i cartoni animati, in cui si distingue come vera maestra Rita Casdia, questa volta con una sinfonia in nero di mostri marini pescati in fosse oceaniche e ora sgranati davanti ai nostri occhi, quasi come macchie d’inchiostro o testi di Rorsach. Ammirevole anche Lino  Strangis con un’opera ripiena di forme decorative, come in un arazzo o tappeto proveniente dalla sapienza dell’artigianato orientale.  Chiudo dichiarando una certa mia ostilità alla soluzione mediana adottata dai mie colleghi, di proporre per la maggior parte dei video brevi, come è nostro costume, e invece alcuni più lunghi, tre in questa occasione. Meglio allora adottare per questi ultimi la soluzione, già altre volte usata, di dedicare loro delle piccole monografie di una decina di minuti o anche più

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