Letteratura

Un Mencarelli bis che conferma la sua validità

Sono in presenza quasi di una truffa, infatti in questi miei brevi interventi su opere narrative di attualità mi faccio ispisrare da testi che trovo in buona posizione nelle graduatorie fornite dai settimanali letterari, ma dovrebbe trattarsi appunto di novità, di uscite fresche. Tra gli altri mi sono lasciato guidare dalla buona posizione occupata da Daniele Mencarelli, Tutto chiede salvezza, non ricordando di essermene già occupato due anni fa circa, e in modo molto positivo, dandogli un buon posto in un mio ormai quasi tradizionale  rifacimento della cinquina del Premio Strega. In una edizione del tutto recente, del 2020, questo romanzo, a mio avviso, era da mettere ai primi posti, accanto a un ugualmente degno Jonathan Bazzi, ma la memoria mi aveva tradito, e così mi sono ritrovato tra le mani un libro già giudicato molto positivamente, ma con una spesa aggiuntiva, dato che orami, scoperto che non scrivo più in nessuna sede che conta, gli editori si guardano bene dal mandarmi le novità, anche se da me richieste.  Ma in fondo questa è un’occasione, magari incresciosa, però di confermare un giudizio, per la drammatica cronaca di alcuni giorni che il protagonista passa in TSO, trattamento sanitario obbligatorio, per aver dato in escandescenze e compiuto atti inconsulti nella vita quotidiana. Ne viene una cronaca aderente di una vita pirena di umiliazioni, privazioni, torti, con la costrizione a trovarsi in stretta simbiosi con altri poveri cristi, posti in prigionia come lui, e anche peggio, dato che il nostro protagonista, per il fatto stesso di saper stendere un resoconto di questi giorni crudeli, è provvisto di doti intellettuali, mentre altri sono esseri inferiori, privi di cultura, che però cercano affannosamente di essere gratificati di qualche tratto di umanità. Il Nostro supera il ribrezzo che gli fanno questi poveri corpi, da cui emanano afrori, contatti inopportuni. Egli in qualche modo cerca di sopperire all’indifferenza con cui i medici trattano questa povera umanità, cercando invece di accoglierla con qualche tratto di solidarietà, di affezione, tentando anche di varcare la soglia della prigionia che viene loro imposta, con la favola che se escono dai luoghi di recinzione, trovano dei cattivi pronti a farli a pezzi, in realtà vogliono solo che questa corte di disperati non si insinui nel reparto femminile, dove troverebbero delle donne sottoposte anche loro a un TSO. Ce n’’è abbastanza, di originalità, di freschezza cognitiva, di autentico spirito di osservazione, per permettere a Mencarelli di vincere davvero un Premio Strega, in luogo dei prodotti smunti, incolori, divaganti che invece una giuria di inesperti si ostina a riconoscere.

 

Domenico Mencarelli, Tutto chiede salvezza, Mondadori, pp. 193, euro 19.

Standard