Attualità

Un contributo sapiente di Vanni Santono9

Vanni Santoni al Campiello

   Continuando nel mio esame della cinquina del Campiello, non saprei bene dove collocare il saggio di Vanni Santoni, con un titolo alquanto indeterminati, Dilaga ovunque, ma in sostanza è una bella indagine del fenomeno della fine dell’alto secolo dei cosiddetti Writers, o dei Graffitisti, in gran parte statunitensi. E’ un saggio tecnico, forse da trasferire nel capitolo dei contributi alla storia dell’arte recente, dove vi viene insegnato tutto, come quei giovani ribaldi facevano per andare a costellare i vagoni della metropolitana di New York con quella selvaggia fioritura in bilico tra le immagini e le parole. Da questo saggio apprendiamo tante cose, come facevano a intervenire soprattutto di notte tempo, quali tecniche usavano, come procedevano. Fra l’altro c’è pure un adeguato e competente posto per quanto di nostra spettanza, cpè il ruolo svolto dalla nostra Francesca Alinovi, di cui viene riportato anche un dibattito  con uno di quei favolosi Writers, Ramellzee, che nonostante il nome di vaga aria esotica era di origine napoletana, ma voleva recuperare  proprio vecchie forme di scrittura aliene alla corretta ma alquanto sterile  tradizione occidentale. E in genere l’Alinovi è stata tra gli europei la prima a interessarsi a fono di quel fenomeno, incontrandone di persona i protagonisti e avendo con loro stretti rapporti, tanto che poi, dopo il suo barbaro assassinio, io mi sentii nei panni di esecutore testamentario realizzano la mostra che del resto lei aveva già progettato, anche se poi è uscita con col titolo alquanto dvagante di Arte di frontiera.

Vanni Santoni, Dilaga ovunque, Laterza Solaris, pp. 133, euro 16.

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