Di fronte ad ogni nuovo lavoro di Paolo Noi resto perplesso, dato che, per un verso, lo dovrei salvare, come faccio per tutti coloro che intervenivano ai magici appuntamenti di RicercaRE, e che abbiamo consacrato nell’antologia Narrative invaders, dove anche lui ha trovato posto. Ma mi turba il suo stile forse un po’ troppo scanzonato e divagante, di uno che non prende mai le cose sul serio. Lui naturalmente mi può rimproverare del contrario, di essere un inguaribile pedante, Ma anch’io, come lui, sono un servitore di parecchi padroni, basti pensare ai tre pezzi di destinazione diversa, che ogni domenica metto in questo blog. Però la differenza tra noi è che io servo un padrone per volta, invece lui passeggia dall’uno all’altro. Come fa in questo “Sanguina ancora”, che sembrerebbe dedicato a Fedor Dostoevskij, ma con tanti altri obiettivi nel mirino, tra cui i fatti familiari, a cominciare da una moglie soprannominata Togliatti, nel che è già implicito lo stile beffardo e irriverente del Nostro. Nell’occasione egli sembrerebbe indossare la divisa di un serio conoscitore e docente di letteratura russa, ma quanti giri di valzer e rotture di passo. Intanto, lo stesso grande autore è inseguito su ogni piano, nella vita privata, con quella famosa minaccia di esecuzione fatale a cui venne sottoposto, commutata in una lunga prigionia. E poi ci sono i vizi privati dell’uomo, per il gioco, per le infedeltà coniugali, ma anche con l’affetto provato per un fratello, e così via. Strada facendo, Nori trova modo di passare in rassegna tutti i grandi talenti della letteratura russa, Puskin, Gogol, Gonciarov, su su fino a Cechov, ma sempre con un ritmo di toccato e fuga. Insomma, un tono più da cronista sportivo che da vero e proprio storico della letteratura, come quando ci delizia della coppia Dostoevskij-Tolstoj, dicendo che erano un po’ come il Bartali e Coppi di quegli anni, fino a far nascere una crasi tra i loro nomi, Tostoevskij. Il guaio è che tra tante arguzie, magari pure divertenti, Nori si scorda immancabilmente di emettere qualche giudizio, per esempio sui due big. Che pensare dell’uno o dell’altro? Io certo sono un pignolo insopportabile, però, parlando di tutti i grandi autori russi dell’Ottocento (La narrativa europea in età moderna. Da Defoe a Tolstoj, Bompiani), le mie scelte e gerarchie ho pur creduto di doverle fare, per esempio ho tracciato con la spada una rigida distinzione tra i due massimi narratori, sostenendo che Tolstoj resta attardato nelle spire dell’Ottocento, mentre Dostoevskij scavalca i tempi e diviene nostro contemporaneo. Ma il mio procedere è troppo serio, o addirittura serioso, forse vi divertite di più se leggete le riflessioni volutamente sconclusionate di Nori.
Paolo Nori, Sanguina ancora. L’incredibile vita di Fedor M. Dostoevskij, Mondadori, pp. 286, euro 18,50.