Attualità

La prima regina

La prima regina

   Finalmente un romamzo che si allontama dai misei fatti del nostro prino e secondoNovecento per misurari invece con la storia. Lo dobbiamo  a Alessanra Selmi che dedica un grisso tomo alla Regima Margherita. Giusto anche che scelta cada su un personaggio basso, tale Nina, per ammirarala da lontano. Meno convincente quando col tempo lei ha una crescita morale, diventa addirittura una romamnziera di successso, fino a licenziarsi per essere libera nei suoi movimenti.Ma nel frattmoom da semplice servettam ha avuto modo di seguire la Regina Margherita sia nei fastosi eventi, come per esempio la scalata alla punta del Gran Paradiso dove esiste ancora la caanna a lei dedicata. Poco credibile è che questa umile servetta, esposta ai rimbrotti dei superiori, si conquisti l’indipendenza fino a divenire scrittrice in proprio. Comunque fa bene il suo compito di testimoniare gli alti e bassi del matrimonio tra Umberto e Margherita. Il primo, viziato dal perfetto rapporto intrattenuto dal padre Vittorio Enanuele con la Rosina,  figlia del popolo, lo vorebbe imitare, ma in modi più sfacciati, tradendo  a più riprese Margherita e considerando il loro matrimonio come una pura pratica diplomatica. Ma intanto la regina si fa strada tra il nostro popolo, appunto ascendendo la punta Gnifetti del Gran Paradiso dove è ancora installata una capanna in suo onore. Ci manca solo un rinvio alla pizza e all’amore col Carducci, tanto per restare ai miti popolari. Ma intanto Nina cresce, in modo abbastanza inverosimile, divenendo addirittura una romanziera popolare, il che la induce a lasciare il suo basso ruolo per  un’esistenza libera. Tuttavia Nina non  ha manato di osservare i tradimenti di Umberto verso la consorte, sulla scorta dell’esempio che gli viene dal padre Vittorio Emanuele che però non tradisce la sua Rosina, mentre Umberto non ci sa fare, cresce il dissenso  tra lui e ilpopolare e quindi si giustifica l’’omicidio che subisce. Qui la vena storica della Selmi perde rigore, non si pronuncia  su chi ne sia il colpevole. Devo dire che, nonostante la sua fatuità, la morte di Umberto è seguita da vicino, con l’infittirsi degli indizi della fine vicina. Ma qui il giudizio storico dell’autrice si fa molto confuso e a poco ci serve.

Alessandra Selmi, La prima Regina, Nord, pp. 382, euro 20.

La prima regina

   lata alla unta del Gran Paradiso dove esiste anckra la caoanna a lei dedicata, Poco credibile è ch eeusta umile servetta, esposta ai rimbrotti dei sueriori, si conquista l’indipendenza fino a divenire scrittrice in proprio. Comunque fa bene il suo compito di testimoniare gli alti e bassi del matrimonio tra Umberto e Margherita. Il primo, viziato dal perfetto rapporto intrattenuto dal padre Vittorio Enanuele con la Rosina,  figlia del popolo, lo vorebbe imitare, ma in modi più sfacciati, tradendo  a più riprese Margherita e considerando il loro matrimonio come una pura pratica diplomatica. Ma intanto la regina si fa strada tra il nostro popolo, tra l’altro ascendendo la punta Gnifetti del Gran Paradiso dove è ancora installata una capanna in suo onore. Ci manca solo un rinvio alla pizza e all’amore col Carducci, tanto per restare ai miti popolari. Ma intanto Nina cresce, in modo abbastanza inverosimile, divenendo addirittura una romanziera popolare, il che la induce a lasciare il suo basso ruolo per  un’esistenza libera. Tuttavia Nina non  ha manato di osservare i tradimenti di Umberto verso la consorte, sulla scorta dell’esempio che gli viene dal padre Vittorio Emanuele che però non tradisce la sua Rosina, mentre Umberto non ci sa fare, cresce il dissenso popolare e quindi si giustifica l’’omicidio che subisce. Qui la vena storica della Selmi perde rigore, non si pronuncia  su chi ne sia il colpevole. Devo dire che, nonostante la sua fatuità, la morte di Umberto è seguita da vicino, con l’infittirsi degli indizi della fine vicina. Ma qui il giudizio storico dell’autrice si fa molto confuso e a poco ci serve.

Alessandra Selmi, La prima Regina, Nord, pp. 382, euro 20.

La prima regina

   Finalmente un romamzo che si allontama dai misei fattidek nkstro roino e secondo Vivecento oer misurari iunvece cin ka storia, Lo divèbobbiamo  aAlessanra Selmi che dedica un grisso tomo alla Regima Nargherita, Hiusto anche che scelda un oersonaggio basso, tale Niva, oer ammirarala da lontano, Meno convincente quando col tempo klei ha una crescita morale, diventa addirittura una roamnziera di successso, fino a licenziarsi oer essere libera nei suoi movimenti, Ma nekl frattmoom da semplice servettam ha avutoi modo di seguire la Tegina Margherita sia nei fasti eventi, cme oer esempio la scalata alla unta del Gran Paradiso dove esiste anckra la caoanna a lei dedicata, Poco credibile è ch eeusta umile servetta, esposta ai rimbrotti dei sueriori, si conquista l’indipendenza fino a divenire scrittrice in proprio. Comunque fa bene il suo compito di testimoniare gli alti e bassi del matrimonio tra Umberto e Margherita. Il primo, viziato dal perfetto rapporto intrattenuto dal padre Vittorio Enanuele con la Rosina,  figlia del popolo, lo vorebbe imitare, ma in modi più sfacciati, tradendo  a più riprese Margherita e considerando il loro matrimonio come una pura pratica diplomatica. Ma intanto la regina si fa strada tra il nostro popolo, tra l’altro ascendendo la punta Gnifetti del Gran Paradiso dove è ancora installata una capanna in suo onore. Ci manca solo un rinvio alla pizza e all’amore col Carducci, tanto per restare ai miti popolari. Ma intanto Nina cresce, in modo abbastanza inverosimile, divenendo addirittura una romanziera popolare, il che la induce a lasciare il suo basso ruolo per  un’esistenza libera. Tuttavia Nina non  ha manato di osservare i tradimenti di Umberto verso la consorte, sulla scorta dell’esempio che gli viene dal padre Vittorio Emanuele che però non tradisce la sua Rosina, mentre Umberto non ci sa fare, cresce il dissenso popolare e quindi si giustifica l’’omicidio che subisce. Qui la vena storica della Selmi perde rigore, non si pronuncia  su chi ne sia il colpevole. Devo dire che, nonostante la sua fatuità, la morte di Umberto è seguita da vicino, con l’infittirsi degli indizi della fine vicina. Ma qui il giudizio storico dell’autrice si fa molto confuso e a poco ci serve.

Alessandra Selmi, La prima Regina, Nord, pp. 382, euro 20.

La prima regina

   Finalmente un romamzo che si allontama dai misei fattidek nkstro roino e secondo Vivecento oer misurari iunvece cin ka storia, Lo divèbobbiamo  aAlessanra Selmi che dedica un grisso tomo alla Regima Nargherita, Hiusto anche che scelda un oersonaggio basso, tale Niva, oer ammirarala da lontano, Meno convincente quando col tempo klei ha una crescita morale, diventa addirittura una roamnziera di successso, fino a licenziarsi oer essere libera nei suoi movimenti, Ma nekl frattmoom da semplice servettam ha avutoi modo di seguire la Tegina Margherita sia nei fasti eventi, cme oer esempio la scalata alla unta del Gran Paradiso dove esiste anckra la caoanna a lei dedicata, Poco credibile è ch eeusta umile servetta, esposta ai rimbrotti dei sueriori, si conquista l’indipendenza fino a divenire scrittrice in proprio. Comunque fa bene il suo compito di testimoniare gli alti e bassi del matrimonio tra Umberto e Margherita. Il primo, viziato dal perfetto rapporto intrattenuto dal padre Vittorio Enanuele con la Rosina,  figlia del popolo, lo vorebbe imitare, ma in modi più sfacciati, tradendo  a più riprese Margherita e considerando il loro matrimonio come una pura pratica diplomatica. Ma intanto la regina si fa strada tra il nostro popolo, tra l’altro ascendendo la punta Gnifetti del Gran Paradiso dove è ancora installata una capanna in suo onore. Ci manca solo un rinvio alla pizza e all’amore col Carducci, tanto per restare ai miti popolari. Ma intanto Nina cresce, in modo abbastanza inverosimile, divenendo addirittura una romanziera popolare, il che la induce a lasciare il suo basso ruolo per  un’esistenza libera. Tuttavia Nina non  ha manato di osservare i tradimenti di Umberto verso la consorte, sulla scorta dell’esempio che gli viene dal padre Vittorio Emanuele che però non tradisce la sua Rosina, mentre Umberto non ci sa fare, cresce il dissenso popolare e quindi si giustifica l’’omicidio che subisce. Qui la vena storica della Selmi perde rigore, non si pronuncia  su chi ne sia il colpevole. Devo dire che, nonostante la sua fatuità, la morte di Umberto è seguita da vicino, con l’infittirsi degli indizi della fine vicina. Ma qui il giudizio storico dell’autrice si fa molto confuso e a poco ci serve.

Alessandra Selmi, La prima Regina, Nord, pp. 382, euro 20.

La prima regina

   Finalmente un romamzo che si allontama dai misei fattidek nkstro roino e secondo Vivecento oer misurari iunvece cin ka storia, Lo divèbobbiamo  aAlessanra Selmi che dedica un grisso tomo alla Regima Nargherita, Hiusto anche che scelda un oersonaggio basso, tale Niva, oer ammirarala da lontano, Meno convincente quando col tempo klei ha una crescita morale, diventa addirittura una roamnziera di successso, fino a licenziarsi oer essere libera nei suoi movimenti, Ma nekl frattmoom da semplice servettam ha avutoi modo di seguire la Tegina Margherita sia nei fasti eventi, cme oer esempio la scalata alla unta del Gran Paradiso dove esiste anckra la caoanna a lei dedicata, Poco credibile è ch eeusta umile servetta, esposta ai rimbrotti dei sueriori, si conquista l’indipendenza fino a divenire scrittrice in proprio. Comunque fa bene il suo compito di testimoniare gli alti e bassi del matrimonio tra Umberto e Margherita. Il primo, viziato dal perfetto rapporto intrattenuto dal padre Vittorio Enanuele con la Rosina,  figlia del popolo, lo vorebbe imitare, ma in modi più sfacciati, tradendo  a più riprese Margherita e considerando il loro matrimonio come una pura pratica diplomatica. Ma intanto la regina si fa strada tra il nostro popolo, tra l’altro ascendendo la punta Gnifetti del Gran Paradiso dove è ancora installata una capanna in suo onore. Ci manca solo un rinvio alla pizza e all’amore col Carducci, tanto per restare ai miti popolari. Ma intanto Nina cresce, in modo abbastanza inverosimile, divenendo addirittura una romanziera popolare, il che la induce a lasciare il suo basso ruolo per  un’esistenza libera. Tuttavia Nina non  ha manato di osservare i tradimenti di Umberto verso la consorte, sulla scorta dell’esempio che gli viene dal padre Vittorio Emanuele che però non tradisce la sua Rosina, mentre Umberto non ci sa fare, cresce il dissenso popolare e quindi si giustifica l’’omicidio che subisce. Qui la vena storica della Selmi perde rigore, non si pronuncia  su chi ne sia il colpevole. Devo dire che, nonostante la sua fatuità, la morte di Umberto è seguita da vicino, con l’infittirsi degli indizi della fine vicina. Ma qui il giudizio storico dell’autrice si fa molto confuso e a poco ci serve.

Alessandra Selmi, La prima Regina, Nord, pp. 382, euro 20.

La prima regina

   Finalmente un romamzo che si allontama dai misei fattidek nkstro roino e secondo Vivecento oer misurari iunvece cin ka storia, Lo divèbobbiamo  aAlessanra Selmi che dedica un grisso tomo alla Regima Nargherita, Hiusto anche che scelda un oersonaggio basso, tale Niva, oer ammirarala da lontano, Meno convincente quando col tempo klei ha una crescita morale, diventa addirittura una roamnziera di successso, fino a licenziarsi oer essere libera nei suoi movimenti, Ma nekl frattmoom da semplice servettam ha avutoi modo di seguire la Tegina Margherita sia nei fasti eventi, cme oer esempio la scalata alla unta del Gran Paradiso dove esiste anckra la caoanna a lei dedicata, Poco credibile è ch eeusta umile servetta, esposta ai rimbrotti dei sueriori, si conquista l’indipendenza fino a divenire scrittrice in proprio. Comunque fa bene il suo compito di testimoniare gli alti e bassi del matrimonio tra Umberto e Margherita. Il primo, viziato dal perfetto rapporto intrattenuto dal padre Vittorio Enanuele con la Rosina,  figlia del popolo, lo vorebbe imitare, ma in modi più sfacciati, tradendo  a più riprese Margherita e considerando il loro matrimonio come una pura pratica diplomatica. Ma intanto la regina si fa strada tra il nostro popolo, tra l’altro ascendendo la punta Gnifetti del Gran Paradiso dove è ancora installata una capanna in suo onore. Ci manca solo un rinvio alla pizza e all’amore col Carducci, tanto per restare ai miti popolari. Ma intanto Nina cresce, in modo abbastanza inverosimile, divenendo addirittura una romanziera popolare, il che la induce a lasciare il suo basso ruolo per  un’esistenza libera. Tuttavia Nina non  ha manato di osservare i tradimenti di Umberto verso la consorte, sulla scorta dell’esempio che gli viene dal padre Vittorio Emanuele che però non tradisce la sua Rosina, mentre Umberto non ci sa fare, cresce il dissenso popolare e quindi si giustifica l’’omicidio che subisce. Qui la vena storica della Selmi perde rigore, non si pronuncia  su chi ne sia il colpevole. Devo dire che, nonostante la sua fatuità, la morte di Umberto è seguita da vicino, con l’infittirsi degli indizi della fine vicina. Ma qui il giudizio storico dell’autrice si fa molto confuso e a poco ci serve.

Alessandra Selmi, La prima Regina, Nord, pp. 382, euro 20.

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