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In morte di Daniel Spoerri

In morte di Daniel Spoerri

   Con Spoerri muore il penultimo dei protagonisti del Nouveau Réalisme. Lui era  nato nel 1930. Sopravvive il solo Gérad Deschamps, più giovane di me di un anno (1936), che però aveva rotto fin dal 1965 con Restany e compagni, tanto che per me fu un’impresa riuscire a inserirlo nella mostra-omaggio a Restany che feci al PAC di Milano nel 2008. Fu pure un’impresa convincere anche Spoerri a partecipare, perché con quella sua voce con forte accenti tedesco mi faceva osservare che proprio lui aveva fatto la cena finale della gloriosa rievocazione del movimento tenutasi proprio a Milano nel 1970, tanto che per superare il problema feci ricorso alla famosa formula sul tipo “Le roi est mort, vive le roi”.  In effetti mi sembrava che tutti quei membri fossero stati forti anche oltre quella data,  solo in apparenza conclusiva.  Si era costituito un parco sulle pendici del Monte Amiata che ho visitato più  volte, mentre insistevo per ottenere la sua partecipazione alla mostra rievocativa.  Spoerri, , potremmo dire,  è stato eroe del vinavil o di altre sostanze collanti con cui in una prima fase fissava tutti gli avanzi di pranzi, cibo, posate, tovaglie, poi si era messo a  creare dei muri di trash, affascinanti per la ricchezza pur casuale dei detriti coinvolti. Si era anche creato un parco sulle pendici del Monte Amiata, dove però non si era limitato a mettere solo le proprie opere, ma con molta generosità dava accoglienza anche ad altri artisti.  L’ ho vistato più volte proprio nel tentativo di convincerlo a partecipare alla mia impresa, finalmente ricevendo la sua accettazione, e infatti proprio al PAC, primo piano, ha ricoperto una intera parete con i suoi magnifici residui di detriti, come i relitti di un enorme naufragio esistenziale.

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