√
Gianni Cella
Non so bene per quale ragione Gianni Cella si sia staccato dai due compagni del terzetto dei Plumcake, Ragni e Pallotta, cerro è che da questi due non ricevo nessun segno di attività, mentre Cella produce incessantemente opere e relativi cataloghi tra cui uno recente uscito da un editore importante come Allemandi, con un titolo che ricorda la partenza, non rinnegata, dai Plumcake cui aggiunge un termine come il marzapane, del tutto conveniente ai dolcetti che sono ancora per tutti i Plumcake, ma naturalmente il nostro artista si guarda bene dall’usare il marzaane, fa largo uso del vetroresina che però è dotato della stessa pronta plasticità e mantiene proprio un carattere Pop. Per il resto Cella riedita i tipi già consacrai quando procedeva assieme ai due compagni, ma di nuovo noto una tendenza a moltiplicare le immagini, a ricavarne come delle ricche panoplie, quasi ricordi di generazioni di compagni di scuola o di avi o di amici di altri tempi. C’è insomma in lui una piacevole tendenza a fare ritratti, ma come un pasticcere potrebbe utilizzare i residui di pasta rimasti sul tagliere, ricavandone delle specie di gnocchi, piacevoli da vedere, e provocando nel visitatore anche una voglia ad assaggiarli, come fosse davanti a una folla di insetti o di volatili, magari da ingurgitare quasi senza accorgersene.
Gianni Cella, dai Plumcake alla casa di marzapane, Allemandi, pp. 255, euro 45.
Gianni Cella
Non so bene per quale ragione Gianni Cella si sia staccato dai due compagni del terzetto dei Plumcake, Ragni e Pallotta, cerro è che da questi due non ricevo nessun segno di attività, mentre Cella produce incessantemente opere e relativi cataloghi tra cui uno recente uscito da un editore importante come Allemandi, con un titolo che ricorda la partenza, non rinnegata, dai Plumcake cui aggiunge un termine come il marzapane, del tutto conveniente ai dolcetti che sono ancora per tutti i Plumcake, ma naturalmente il nostro artista si guarda bene dall’usare il marzaane, fa largo uso del vetroresina che però è dotato della stessa pronta plasticità e mantiene proprio un carattere Pop. Per il resto Cella riedita i tipi già consacrai quando procedeva assieme ai due compagni, ma di nuovo noto una tendenza a moltiplicare le immagini, a ricavarne come delle ricche panoplie, quasi ricordi di generazioni di compagni di scuola o di avi o di amici di altri tempi. C’è insomma in lui una piacevole tendenza a fare ritratti, ma come un pasticcere potrebbe utilizzare i residui di pasta rimasti sul tagliere, ricavandone delle specie di gnocchi, piacevoli da vedere, e provocando nel visitatore anche una voglia ad assaggiarli, come fosse davanti a una folla di insetti o di volatili, magari da ingurgitare quasi senza accorgersene.
Gianni Cella, dai Plumcake alla casa di marzapane, Allemandi, pp. 255, euro 45.
Gianni Cella
Non so bene per quale ragione Gianni Cella si sia staccato dai due compagni del terzetto dei Plumcake, Ragni e Pallotta, cerro è che da questi due non ricevo nessun segno di attività, mentre Cella produce incessantemente opere e relativi cataloghi tra cui uno recente uscito da un editore importante come Allemandi, con un titolo che ricorda la partenza, non rinnegata, dai Plumcake cui aggiunge un termine come il marzapane, del tutto conveniente ai dolcetti che sono ancora per tutti i Plumcake, ma naturalmente il nostro artista si guarda bene dall’usare il marzaane, fa largo uso del vetroresina che però è dotato della stessa pronta plasticità e mantiene proprio un carattere Pop. Per il resto Cella riedita i tipi già consacrai quando procedeva assieme ai due compagni, ma di nuovo noto una tendenza a moltiplicare le immagini, a ricavarne come delle ricche panoplie, quasi ricordi di generazioni di compagni di scuola o di avi o di amici di altri tempi. C’è insomma in lui una piacevole tendenza a fare ritratti, ma come un pasticcere potrebbe utilizzare i residui di pasta rimasti sul tagliere, ricavandone delle specie di gnocchi, piacevoli da vedere, e provocando nel visitatore anche una voglia ad assaggiarli, come fosse davanti a una folla di insetti o di volatili, magari da ingurgitare quasi senza accorgersene.
Gianni Cella, dai Plumcake alla casa di marzapane, Allemandi, pp. 255, euro 45.
Gianni Cella
Non so bene per quale ragione Gianni Cella si sia staccato dai due compagni del terzetto dei Plumcake, Ragni e Pallotta, cerro è che da questi due non ricevo nessun segno di attività, mentre Cella produce incessantemente opere e relativi cataloghi tra cui uno recente uscito da un editore importante come Allemandi, con un titolo che ricorda la partenza, non rinnegata, dai Plumcake cui aggiunge un termine come il marzapane, del tutto conveniente ai dolcetti che sono ancora per tutti i Plumcake, ma naturalmente il nostro artista si guarda bene dall’usare il marzaane, fa largo uso del vetroresina che però è dotato della stessa pronta plasticità e mantiene proprio un carattere Pop. Per il resto Cella riedita i tipi già consacrai quando procedeva assieme ai due compagni, ma di nuovo noto una tendenza a moltiplicare le immagini, a ricavarne come delle ricche panoplie, quasi ricordi di generazioni di compagni di scuola o di avi o di amici di altri tempi. C’è insomma in lui una piacevole tendenza a fare ritratti, ma come un pasticcere potrebbe utilizzare i residui di pasta rimasti sul tagliere, ricavandone delle specie di gnocchi, piacevoli da vedere, e provocando nel visitatore anche una voglia ad assaggiarli, come fosse davanti a una folla di insetti o di volatili, magari da ingurgitare quasi senza accorgersene.
Gianni Cella, dai Plumcake alla casa di marzapane, Allemandi, pp. 255, euro 45.