Nei soliti dossier già voluminosi i fatti della settimana invitano ad aggiungere i seguenti appunti. Nei giorni scorsi D’Alema e Bersani hanno sottolineato come sia in atto un tradimenti dell’autentico popolo della sinistra, ad opera delle tendenze centriste di Renzi, e i due sono stati incoraggiati dalle bordate che Scalfari emette dalla portaeri di “Repubblica”, del tutto sottomessa alle sue fluviali esternazioni. Probabilmente c’è qualcosa di vero, in una simile constatazione. Ma si dovrebbe avere i coraggio di ammettere che il polo della sinistra, ex-Pci è quello che in tutta Europa non è mai riuscito ad andare al governo, se non con l’appoggio dispotico dell’URSS. La sinistra, in Europa, è andata al governo con partiti socialdemocratici alquanto estranei nella loro storia a questo preteso nocciolo duro, che purtroppo è stato prerogativa tipicamente nostrana coltivare a lungo, e appunto ancor oggi sopravvivono i nostalgici di questo stato di cose. Da tempo invito i commentatori politici a non fare il madornale errore di confondere la causa della sinistra con i derivati del comunismo, solo questi al momento sembrano avere definitivamente perso la partita. La sinistra in Italia è andata al governo una volta con Craxi, seppure in modi sicuramente non genuini, ma perché il PCI aveva mancato di fargli sponda e anzi aveva visto con apprensione quell’esperimento, che minacciava di portargli via appunto la leadership nell’ambito della sinistra. E poi la cosa è riuscita due volte con Prodi, anche lui del tutto estraneo alla discendenza PCI. Infine ce l’ha fatta Bersani, ma in modi spuri, tanto che poi ha dovuto innestarsi su quel tronco debole l’esperienza di Renzi. Quando ci si vorrà convincere che anche quella di prodi e Renzi è stata ed è sinistra, e del tutto in linea con quanto è avvenuto negli altri Paesi dell’Occidente?
Ci sono schiarite sul tema dei migranti, ma forse non si è prestata attenzione che questi passi avanti riguardano l’immigrazione che avviene via terra, in definitiva, pur attraverso enormi peripezie, più sicura e controllabile. Noi invece siamo alle prese con la ben più insidiosa e fatale migrazione per mare, cui è urgente cercare di porre un termine. Proprio oggi leggo che la Mogherini, a nome dell’Europa, parla finalmente di interventi in vicinanza delle coste libiche per impedire la partenza delle imbarcazioni della morte. E poi, da tutte le parti, Merkel compresa, viene bypassato un tema cruciale, è inutile inserire un discrimine tra migranti fuggiaschi da guerre, sul tipo di Siriani e Iraqeni, e invece profughi alla ricerca di cibo e lavoro, per questi ultimi si parla ancora, in modo del tutto retorico, di un rimpatrio obbligatorio, ma è una finzione, come diceva giorni fa un nostro prefetto conscio del problema, questi rimpatri al momento non sono eseguibili, o solo in minima parte. Quando si vorrà prendere coscienza di questo stato di cose?
PS, lunedì 7 settembre. Ieri finalmente il Papa, e dietro di lui l’intera gerarchia della Chiesa cattolica, si sono finalmente pronunciati nel modo più esplicito e genroso a favore dell’obbligo di prestara accoglienza ai migranti in tutte le strutture a disposizione, nelle due parrocchie comoprese nella Città del Vaticano e in ogni altra sede sul territorio europeo. Era ora, in porecedenza avevamo avuto i rimbrotti di Monsignor Galatino a reprimenda del dinteresse altrui, senza che però venisse messo in chiaro sul tavolo un impegno diretto del mondo ecclessiastico nazionale.