Attualità

Domenicale 28-8-16 Amatrice

Naturalmente l’orrido fatto del giorno è il terremoto che ha sconvolto Amatrice ed altre località tra le Marche e il Lazio, col seguito del déjà vu inevitabile. Lodi alla bravura e abnegazione delle squadre di salvataggio, narrazione di morti dolorose, guai infiniti dei poveri scampati alla catastrofe, loro incerto avvenire. Forse però con un vantaggio, rispetto al prodursi dei sismi precedenti, che ora, da tutte le parti, si sono imboccati i giusti sentieri della volontà di perseguire chi ha edificato, anche di recente, strutture che avrebbero dovuto essere anisismiche. Ma che sono crollate alle prime scosse. Impegno a intervenire in futuro su tutte le nostre abitazioni, e a evitare pure l’errore delle new town, compiuto all’Aquila, ricostruendo in modi umani e in accordo coi caratteri tradizionali. Ma quanti problemi, su queste strade. Intanto, esorterei i quotidiani a tenere una rubrica almeno settimanale di informazione su come procede la giustizia nei confronti dei malfattori. Per esempio, con riferimento al disastro dell’Aquila, c’è attualmente qualcuno in carcere, o che sia in attesa del concludersi a suo carico di un iter processuale? Temo che la risposta sia desolante, nessuno “dentro”, nessuno a rischio di qualche condanna imminente, Sappiamo che la nostra magistratura è un pachiderma dalle mosse lentissime, mal assistita da un sistema fin troppo garantista. Risultato: in Italia la gente “bene” non finisce mai in carcere, questo si riempie solo di piccoli spacciatori e ladruncoli. E non c’è solo il disastro dell’Aquila, c’è pure quello dello scontro dei due treni in Puglia, anche qui come stanno le cose a livello processuale? Purtroppo in Italia dopo ogni sciagura si spengono i fari, cala un silenzio complice, Tra qualche giorno i loquaci talk show avranno già dimenticato e ricominceranno a ordire l’infinita tela del sì o no al referendum, come la gallina del Leopardi che, passata la tempesta, ritorna sulla via e ripete il suo verso. Per questo, signori direttori dei quotidiani, inserite uno specchietto settimanale “per non dimenticare”.
Immensi poi i problemi, intanto della prevenzione per esempio del rendere obbligatoria una assicurazione antisisma, e un intervento sul maggior numero possibile di stabili per renderli sicuri: Operazione troppo costosa? Ma si è già detto che questo sarebbe un ottimo volano per la nostra industria edilizia languente e per la conseguente disoccupazione. Infine, come ricostruire? C’è poco da fare, sarà necessaria una lunga fase in cui gli abitanti dei siti terremotati dovranno vivere in containers, o negli alberghi della costa privi di turisti nel periodo invernale. Si dovranno abbattere la quasi totalità delle case pericolanti, asportare le tonnellate di macerie. E infine, progettare una tipologia adeguata, tale da rispettare taluni caratteri dell’edilizia già esistente in loco, ma da rispettare anche le nuove esigenze tecnologiche. In questa materia il senatore a vita Renzo Piano potrebbe rendersi un prezioso suggeritore di soluzioni possibili e adeguate.

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