Attualità

Domenicale 17-4-16

Naturalmente oggi sarò tra i molti, spero, che non andranno a votare per il più inutile dei referendum indetti in tutta la storia della nostra Repubblica. La posta in sé è minima, sarebbe comprensibile se da un esito positivo della consultazione discendesse l’immediato smantellamento delle piattaforme in azione, ma così non è, perché si dovrebbero cancellare diritti acquisti, con strascico di cause per indennizzo a non finire. Stare a stabilire se smobilitarle alla conclusione dei relativi contratti o permettergli di portare fino in fondo l’estrazione dai giacimenti, è appunto quesito futile, cui si poteva rimediare in altro modo. Sappiamo bene invece quali sono i due motivi di fondo di questo referendum, e di tutti i partigiani del sì. In primo luogo, sta il tentativo di recare disturbo e impedimento all’azione decisionista di Renzi, nella speranza di porre le premesse per un rifiuto ben più significativo, e rovinoso, che dovrebbe risultare dal referendum autunnale di approvazione o meno della riforma costituzionale. Purtroppo assistiamo all’inverecondo sforzo di un’Italia che odia l’innovazione, ne ha un panico istintivo, preferendo “slittare”, e magari tentando di radunare proprio attorno a Letta un fronte del no.
L’altro motivo, forse più grave, dato che sul precedente aspetto Renzi sa difendersi come si deve, sta nell’assurda e pretestuosa opposizione alle fonti energetiche di natura fossile, gas e idrocarburi, con l’inneggiamento “verde” a favore delle cosiddette rinnovabili, Forse un qualche ministero competente dovrebbe far comparire sugli schermi televisivi i numeri certificati del fabbisogno interno, da cui risulterebbe che pannelli solari e pale eoliche coprono, al massimo, un 10% delle nostre esigenze, per le altre paghiamo fortissime bollette per procurarci i combustibili fossili, o addirittura l’energia che tutti i Paesi confinanti, non bloccati da assurde campagne inibitorie, continuano a produrre, e a venderci, con le centrali termonucleari.
Queste sono le ragioni per cui mi auguro che oggi l’affluenza elettorale si fermi molto in basso, molto lontano dal conseguimento del quorum.

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