Attualità

Domenicale 14-8-16 Sanders

Abbiamo ancora negli occhi le scene della Convention dei Democratici negli USA, dove è stata intronizzata Hillary Clinton a sfidare l’orrida minaccia di Trump. In quell’occasione il suo principale avversario nelle elezioni nei singoli Sates,, il senatore Sanders, che pure aveva cercato di ostacolarle la marcia, ha fatto un bellissimo gesto, quale richiesto a chi ha la democrazia nel sangue e ne accetta i valori profondi, cioè ha dichiarato di appoggiare da quel momento in poi la candidatura dell’avversaria e di combattere al suo fianco nella lotta contro il nemico comune. Questo anche se a suo favore sopravviveva una frangia di sostenitori pronti a protestare contro la vincitrice, cioè a calpestare le regole della democrazia, offrendo quindi allo sconfitto un ottimo pretesto per resistere testardamente, cosa cui con grande fair play il soccombente si è rifiutato. Ricordo questo caso per far risaltare la differenza estrema coi fatti di casa nostra, dove una sinistra di eredità post-marxista non ha per nulla la democrazia come valore intrinseco, ma anzi ritiene che sia suo dovere combattere in tutti i modi e fino all’ultimo l’eventuale avanzata dello spettro della socialdemocrazia, il mostro da abbattere in ogni caso e con tutte le armi, non esitando a nuocere alla stessa causa comune, all’insegna di un tipico “muoia Sanson con tutti i Filistei”. In proposto, Renzi ha avuto pienamente ragione quando di recente ha osservato che non si fa un congresso ogni giorno, e che appunto bisogna accettare la logica della democrazia, e il referto dell’imporsi di una maggioranza, cosa che gli Speranza e D’Alema e Cuperlo non riconoscono, non accettano, protestando ad ogni ora del giorno, mettendo a rischio l’esito stupefacente e mirabile di un partito socialdemocratico alla guida del nostro Paese, come la loro schiatta non è mai riuscita a ottenere. Ma non importa, bisogna combattere, distruggere l’odiato avversario, non accettare il suo imporsi con le armi della democrazia, non attendere un prossimo turno elettorale, la macchia insopportabile è da cancellare subito, qui e ora, costi quel che costi.

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