Attualità

Dom. 8-5-22 (ancora Macron)

Avevo visto giusto, nel mio ultimo domenicale, ipotizzando che Macron, una volta consolidata la sua carica all’Eliseo, si sarebbe precipitato a telefonare a Putin. Però, temo, in modi non sufficienti, cercando di far leva sul senso di umanità del dittatore russo, notoriamente inesistente. Come suggerivo, ma i miei suggerimenti si disperdono nel nulla, Macron e compagni hanno un valido argomento per chiamare Putin a un incontro, possono promettere, nel caso di un’intesa, che l’UE sarebbe pronta a sospendere subito le sanzioni, ammesso che queste pesino davvero sulla vita economica della Russia. Se questo non avviene, se un popolo in larga misura arretrato, che non usa carte di credito e ritiri dal bancomat, evidentemente le minacce di ordine bancario non hanno alcuna presa. Ma se questa c’è, agitando appunto questa possibilità Macron e compagni possono chiedere a Putin di dire finalmente che cosa vuole davvero da questa perversa opera di distruzione sistematica dell’Ucraina. Gli basta il possesso del Dombas e della Crimea? Affare fatto, tocca a Macron e agli altri capi dell’UE persuadere Zelensky a cedere, senza insistere a sottoporre il suo popolo a un martirio quotidiano. Putin alza il prezzo? E fino a che punto, il pacchetto territoriale delle sue richieste include anche Mariupol? A mio avviso lo si potrebbe concedere, ma nulla più, diversamente diviene lecito il proposito del leader dell’Ucraina di continuare la lotta fino alla cacciata dell’invasore, con Biden e Johnson che gli insufflano alle spalle un simile proposito, tanto, loro sono lontani dalla scena, le bombe russe con cadono sui loro territori, non ne falciano le vite. A indorare la pillola ci sono altri benefit da concedere a un Putin propenso a trattare, per esempio il consiglio a Svezia e Finlandia a soprassedere per il momento a chiedere un ingresso nella Nato. E la garanzia della neutralità dell’Ucraina, magari pure con inserimento nella costituzione di una leggina avversa a ogni possibile ricostituzione o celebrazione del regime nazista. Di passaggio, devo commentare con infinito stupore la gaffe di Papa Francesco, e pensare che ho sempre sentito lodare la finezza politica della Santa Sede. Come poteva sperare di avere ascolto da chi è interamente succube della Chiesa ortodossa, a sua volta tenace rivale e oppositrice della Chiesa cattolica? Senza contare la gaffe di Pappa Bergoglio di aver definito il suo omologo ortodosso come un chierichetto ligio al potere, Una gaffe dello stesso calibro di quella del ministro degli esteri russo di aver dichiarato che perfino in Hitler c’erano tracce di ebraismo.

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