Dom. 7-11-23 (il grande scontro)
Ovviamente in questo momento non si può parlare che del mega-conflitto tra Israele e Hamas, tra il primo e la Palestina, di remote origini. Infatti il complesso di colpa verso gli Ebrei è stato solo di noi occidentali per rimediare all’infame persecuzione cui li avevamo esposti, da qui per rimbalzo l’obbligo di dare loro una patria, ma a spese dei Palestinesi, allontanati a forza dalle loro terre. Da qui un conflitto fino ad oggi insanabile, il che spiega il proposito di Hamas e di altre formazioni violente di cancellare del tutto l’esistenza di questa enclave occidentale, che abbiamo inserito a forza nel loro territorio, per rimedio ai nostri sensi di colpa ma anche, ammettiamolo, in un rigurgito di neo-colonialismo, il che si esplica soprattutto nella Cisgiordania. Qui si inserisce la condotta del tutto negativa del leader di Israele, Nethaniau, pieno di colpe, non preparato a sostenere l’aggressione da dentro Gaza, troppo distratto dall’appoggiare i coloni della Cisgiordania nella loro aggressione ai danni dei Palestinesi. E ora colpevole di applicare nella vendetta contro Hamas dei criteri che sono contro ogni diritto dei popoli. Potremmo anche accettare l’invasione militare della striscia di Gaza, ma non i bombardamenti aerei, che sono indiscriminati, e non giustificati dal fatto che sotto le scuole e gli ospedali ci sono i militanti di Hamas. Israele deve rispettare i diritti dell’umanità sanciti da tutte le leggi vigenti, e quindi concedere agli abitanti di Gaza l’acqua, il cibo, la corrente elettrica, poi i suoi soldati vadano pure, passo per passo, a cercare i militanti di Hamas per annientarli. Fra l’altro, c’è il vantaggio che i minorenni, le donne, gli anziani saranno senza dubbio dei simpatizzanti di Hamas, anche per reazione al folle trattamento cui li sottopone la spropositata reazione di Nethaniau, ma almeno per il momento non sono dei combattenti. Speriamo che gli interventi di Biden, Blinken e loro consiglieri riescano davvero a trrattenete Israele da un eccesso di durezza, che torna tutta a suo danno, innescando l’ondata di antisemitismo che di nuovo percorre tutto il mondo, e non risparmia neppure l’Occidente.