Quasi che due leader dell’occidente quali Johnson e Macron avessero letto il mio ultimo blog, periodo assolutamente dell’irrealtà, hanno proposto all’ONU che si istituisse nell’ Afghanistan uno spazio franco in cui accogliere i dissidenti dal regime talebano, in particolare i minacciati di morte in quanto “collaborazionisti”. Purtroppo due membri del perverso sistema dei vincitori del passato conflitto (fino a quando durerà il loro immorale diritto di opporre un vero?), cioè Cina e Russia, i meglio disposti nei confronti dei Talebani, hanno opposto un veto. Ormai è tardi, ma stava nella possibilità, anzi nel diritto dei Paesi dell’Occidente di non ritirarsi senza lasciare tracce, potevano creare un ridotto attornio a Kabul da proteggere con un muro, e da qualche migliaio di forze armate, che potevano bastare alla difesa di una zona franca in cui potessero trovare rifugio sia i collaborazionisti, soggetti al rischio di esecuzioni sommarie, sia soprattutto le donne, spogliate, come da copione, di ogni diritto e presenza, riportate a condizioni medievali. C’è da meravigliarsi come mai i Talebani al potere non capiscano che non possono imporre una “saria” in termini troppo rigidi, a questo modo non incontreranno nessun favore, neppure da parte di Russia e Cina. Pare che non disprezzino di far uso dei nuovi media per conferenze e altro, ma un atteggiamento più favorevole alle donne aprirebbe loro prospettive decisamente migliori. Così appare ancor più vergognosa e disonorevole la decisione di Biden di andarsene senza alcuna condizione, ansioso solo di liberarsi di un fardello, gettando al vento due decenni di presenza, dove pur tra interventi corruttivi e inutili rovine qualcosa di buono l’Occidente aveva saputo impiantare.