E’ un po’ difficile evitare di pronunciarsi circa la vicenda Cospito, che è stata aduggiata dalla stupida provocazione di Donzelli e Delmastro che hanno tentato di valersene per far apparire i Pd succubi della mafia e di Cospitoo. Se in genere la leader Meloni si comporta in modo apprezzabile, dovrebbe controllare di più i suoi collaboratori, che appaiono del tutto inadeguati ai compiti a cui quasi per grazia ricevuta sono stati innalzati. Un po’meglio si è comportato il ministro della giustizia, che ha schivato di pronunciarsi in merito. E in effetti era possibile demandare tutta l’intricata vicenda alla magistratura e alla corte costituzionale. Spetta a quest’ultima decidere se il 41 bis è accettabile e in regola con le norme europee sui diritti dei carcerati, spetta ancora a questi organi decdere se Cospito si merita davvero quel regime duro, se le sue colpe sono paragonabili a quelle dei mafiosi. L’unica cosa che non si può fare è tentare di esorcizzare le minacce degli anarchici accogliendo le richieste dl Cospitot di vedersi tolto il carcere duro, e di eliminarlo del tutto dal nostro codice. Lo sciopero della fame è un’arma spuntata, in quanto nel nostro Paese non è ammesso il suicido deliberato e cosciente, quindi il carcerato potrebbe essere alimentato a forza, del resto almeno si è provveduto a trasferirlo in un carcere che ha gli strumenti necessari per curarlo, e direi proprio per impedirgli di spingere il suo sciopero a un esito estremo. E’ giusto osservare che se si accogliessero le sue richieste, tanti altri sarebbero pronti a seguirlo.. Ora, certo, c’è da sfidare la reazione degli anarchici, col timore chee possano attentare al regolare svolgimento del festival di San Remo. Si vedrà se le forze dell’ordne saprnno essere eficienti, come certo non lo sono state nel permettere a Messina Denaro di vivere impunito per anni nelle sue terre.