Ormai il vero ostacolo per giungere a una giusta pace nel conflitto russo-ucraino è costituito da Zelensky e dalla sua assurda idea di tornare allo status quo ante, cioè di non concedere alla Russia il Dombas e la Crimea. Se l’Ucraina avesse concesso a suo tempo, col trattato di Minsk, al Dombas la russofonia, così come noi Italiani abbiamo concesso al Sudtirolo il tedesco, gli spagnoli il catalano a Barcellona, il Belgio il fiammingo alla comunità di quella lingua, non si sarebbe arrivati a questo conflitto. Ora bisogna giungere al tavolo delle trattative garantendo ai russi il controllo sul Dombas e sulla Crimea, in questo senso devono agire Draghi e Macron, lasciando perdere i consigli anglo-americani, che sadicamente vorrebbero sfruttare il conflitto per logorare la Russia, con grande errore strategico, dato che a questo modo, lo dicono le menti politiche più avvedute, gettano la Russia nelle braccia della Cina. L’argomento del duo Draghi-Macron per costringere Putin al tavolo delle trattative potrebbe essere la promessa di sospendere, se ci fosse un esito positivo, le varie sanzioni economiche. O queste sono inutili, come pretende Putin, o si fanno davvero sentire in Russia, e dunque la loro sospensione potrebbe essere una buona arma di compromesso. Purtroppo temo che l’Ucraina non riesca più a salvare neppure Mariupolo, debba cedere anche questa città alla Russia, ma se il conflitto andasse avanti, crescerebbero inevitabilmente gli appetiti russi, quindi bisogna bloccare le perdite di territorio ucraino a questo livello, il che del resto è già avvenuto, inutile agitare lo spettro di una riconquista di questi territori, a prezzo di una immane carneficina del popolo ucraino e di una distruzione a tappeto delle sue città. Zelensky è un autocrate, ovviamente più simpatico di Putin, ma anche lui estraneo al controllo democratico di una opinione pubblica, compiaciuto oltremodo dell’immagine che dà di sé, a prezzo di un cumulo di cadaveri di suoi concittadini. Bisogna interrompere il plauso indirizzato, per ragioni di comodo, a questa sua performance, ormai deleteria per il popolo che la subisce sulla sua pelle e sui suoi interessi vitali.