Non sono intervenuto con un “lunediade”, come altre volte, per commentare gli esiti sia del referendum, sia delle regionali e comunali, in quanto l’esito dell’uno e delle altre mi è sembrato abbastanza scontato. Per il primo, ripeto la mia meraviglia per lo sgarro costituzionale di ammettere un referendum senza quorum, Una simile possibilità esiste nella nostra costituzione ab origine o è stata inserita da qualche intervento populista in un certo momento? Ora la cosa si complica con la profezia emessa da Grillo, che in futuro faremo sempre più ricorso a queste rapide consultazioni, come già fanno i suoi seguaci attraverso la piattaforma Rousseau. Osservo en passant che Grillo mi sta diventando simpatico, mentre all’inizio lo aborrivo, come il vero promotore dell’ondata di qualunquismo da lui suscitata col suo movimento. Ora mi piace quel suo ruolo di deus ex machina, capace anche di esercitare un’influenza positiva, come è stato nell’incitare i suoi a fare il governo giallo-rosso. Ma proprio se i referendum propositivi dovessero diventare prassi consueta e frequente, ovviamente a maggior ragione si dovrebbero regolamentare, ponendo innanzitutto l’obbligo di un quorum da rispettare. E poi ci vorrebbe un organo predisposto al compito di stabilire quali siano i quesiti da sottoporre ai referendum confermativi, e dunque non si riesce ad evitare la necessità di un qualche ente regolatore. Scatta a questo proposito il secondo aspetto del mio disappunto, che nessuno, nella recente circostanza referendaria, abbia ricordato che l’unica misura davvero necessaria sarebbe stata l’abolizione del senato, ovvero di una delle due camere, il vero ente inutile. Quanto all’esito delle Regionali, evidentemente nei casi sub iudice della Toscana e delle Puglie ha funzionato il voto, non tanto disgiunto, quanto utile. Qualcuno ha anche detto che in definitiva, tranne il caso delle Marche, altro non è avvenuto se non la conferma dei governatori già eletti in precedenza, con un l inevitabile effetto di cattura dei consensi a loro favore. Due altre osservazioni. Nulla cambia nelle prospettive del governo, dato che ovviamente la riduzione dei parlamentari non si può fare subito, andando in giro con le forbici, bisogna attendere un turno elettorale. E questo non sarà vicino, i sondaggi confermano che se si andasse alle elezioni tra breve, sarebbe la destra a vincere. E dunque, ai partiti della maggioranza conviene che il governo giallo-rosso prosegua nella sua azione, anche se incerta e traballante.