Anche il tema del domenicale di oggi non può non essere dato dal “psticciaccio brutto”, del dialogo tra Renzi padre e figlio, venuto allo scoperto attraverso la solita fuoriuscita di una intercettazione telefonica. In proposito credo che si possano svolgere le seguenti osservazioni:
1. E’ incredibile che ci siano ancora persone in vista disposte a servirsi di conversazioni telefoniche, come se non sapessero del rischio che queste possano essere sottoposte a intercettazioni. Che cosa ci vorrebbe a fare ricorso, semmai, al cellulare di una persona di servizio o di un piantone? L’avvenuto è tanto assurdo, da aver alimentato l’ipotesi diabolica che i due sapessero bene di essere ascoltati e che dunque recitassero a soggetto.
2. Comunque, già oggi è proibito che le registrazioni avvenute per ordine della magistratura escano fuori, la cosa costituisce reato perseguibile, la libertà di opinione e di stampa non c’entra nulla in materia, Queste fughe avvengono solo per tre vie: corruzione, dei giornali che pagano un congruo prezzo per comprare le notizie a qualche povero travet burocratico con misero mensile, o per concussione, che è poi solo il rovescio della medaglia, se è lo stesso burocrate a chiedere un lauto compenso per cedere la ghiotta informazione. Era ributtante l’omertà avvertita in un recente salotto Gruber con cui i convocati assolvevano da ogni colpa il presidente del “Fatto quotidiano”, Padellaro, il quale molto probabilmente in cuor suo si congratulava dei soldi bene spesi per procurarsi la sensazionale registrazione. In questi casi c’è ampia possibilità di intervenire con severe multe da affibbiare al giornale o rete o altro strumento di comunicazione che abbiano divulgato il materiale uscito indebitamente. I giornalisti non dicano che se lo sono trovati fortuitamente nella buca delle lettere, o tra i piedi. Quasi sempre in casi del genere hanno agito in barba alla legge per procurarsi il corpo del reato, traendone un ottimo riscontro a livello di vendite e di successo di pubblico.
3. Ma c’è anche una terza possibilità, che la registrazione sia stata diffusa proprio da un magistrato politicizzato, deciso a recare danno alla parte avversa. Questo è il caso del procuratore di Napoli Woodcock, notorio avversario del centro-sinistra moderato e partigiano di un sinistrismo più spinto. E’ stato lui a ordinare di tenere sotto ascolto Tiziano Renzi, anche se il reato che gli si poteva imputare non era tale da consentire quel provvedimento. Ed è stato lui a diffondere la telefonata, se non vi hanno provveduto i crimini di corruzione e concussione, come detto sopra. Del resto egli è pure colpevole di aver imposto a un agente al suo servizio di travisare un altro verbale di ascolto e di montare ad arte il sospetto che Renzi si servisse di un potere parallelo per impedire indagini attorno a sé e al padre.
4. Finalmente, aggiungiamo pure che in tutta questa vicenda si può stigmatizzare un comportamento quanto meno incauto di Renzi padre. Come è stato detto da più parti, uno stretto parente di un uomo in vista dovrebbe limitare di più i suoi atti, saperli tenere a freno.