Attualità

Dom. 2.6.24 (battute sconvenienti)

Dom.2.6.24 (battute sconvenienti)

Confesso che in questi giorni mi sono molto divertito per le battute volgari fiorite in bocca sia al Papa che alla premier Giorgia. Il primo dei due ha qualificato come “froci”  i seminaristi o comunque i membri del clero che si danno alla omosessualità. Io non ci vedo nessuno scandalo e nessuna contraddizione rispetto all’atteggiamento di Francesco molto equanime verso gli omosessuali. Un conto è concedere rispetto e accettazione quando  tendenze del genere si rivelano tra laici, altra cosa se si riscontrano nel clero, che dovrebbe astenersi da rapporti carnali. Non dimentichiamo che la Chiesa è ancora agitata dallo spettro della pedofilia, e tra l’uno e l’altro eccesso non ci sta molta differenza. Che poi il termine di ”frocio” appartenga al dialetto romanesco, anche qui non ci vedo molto di male, in fondo Francesco è il vescovo di Rona e per questo parla italiano, non spagnolo o inglese, lingue che sarebbero più accessibili ai fedeli di altri Paesi. E così pure che la premier presentandosi a De Luca abbia detto, ecco qua la merda, o qualcosa del genere, mi sembra una battuta divertente, appartenente al versante più accettabile della premier, quello che la porta a definirsi underdog e popolana romana puro sangue. Ben più grave quando lei voglia il discrimine tra le Regioni ricche e quello povere, o attenti al  diritto delle donne di concedersi l’aborto. Del resto, ad aprire i giochi, era stato proprio un personaggio pittoresco e sboccato come De Luca, non per nulla ormai bersaglio preferito di Crozza, a far uso dell’epiteto sconveniente  non vedendosi ricevuto a Roma, dove era andato in qualità di presidente di una Regione del Sud, proprio per protestare contro la discriminazione che la pretesa autonomia concessa alle singole Regioni introdurrebbe fatalmente. Insomma, in conclusione,  divertiamoci per il fiorire su bocche auguste di questi epiteti di basso conio, purché una riprovazione verso questi trascurabili eccessi non nasconda le colpe che si nascondono dietro. Perché  il Papa non concede parità di diritti alle donne ammettendole al sacerdozio? Quanto a Giorgia, al di sotto del velo anche simpatico della sua vena popolaresca ci stanno le gravi scelte che compie come capo di governo

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