Attualità

Dom. 18-8-19 (boccino)

Sembrerebbe profilarsi all’orizzonte la soluzione da me sostenuta tante volte, di un accordo tra Pd e M5S, ma ci sono ancora parecchi ostacoli su questa via. Intanto, la possibilità di una ricucitura tra Lega e Pentastellati, basterebbe che i primi rinunciassero a presentare una mozione di sfiducia al premier Conte. Il boccino in prima battuta martedì 20 pv sarà nelle sue mani, se lui si limitasse a pronunciare dichiarazioni, ovviamente di legittima difesa delle sue mosse, avremmo il proseguimento della marcia mortale del battello verso le cascate del Niagara. Se invece lui si presenta al Quirinale e dà le dimissioni, allora la parola passa davvero a Mattarella, non vedo come si possa sostituire addirittura il premier del governo, per esempio con Di Maio, senza aprire una crisi formale. Se il boccino viene finalmente a finire nelle mani del Presidente, qui possono nascere grossi guai. Io personalmente non ho alcuna fiducia in lui. ho più volte sostenuto che egli è stato il massimo colpevole nell’aver consentito la nascita dello scellerato governo che ci ha retto per un anno, pur di non affrontare i grattacapi che gli sarebbero stati causati dall’indire, allora, nuove elezioni. Ora, a mio avviso, se Conte si recasse da lui per rassegnare le dimissioni, ma bocciato solo da una minoranza parlamentare delle destre riunite, Mattarella avrebbe il dovere di rimandarlo alle Camere per vedere se attorno a lui si coagula una nuova maggioranza. Purtroppo temo che gli venga voglia di ricorrere alla pessima carta del governo tecnico o del Presidente, con nomi insostenibili, tra cui il pur in sé ottimo Cassese, o Contarelli, o, pessima fra tutti, l’attuale presidente del Senato, Casellati, che ovviamente, in quota Berlusconi, farebbe di tutto per portarci al più presto a nuove elezioni. Insomma, il grande pericolo costituito da questo Presidente, uno dei peggiori della nostra storia, è proprio di far nascere quel governicchio che giustamente sia i Pentastellati che il Pd dichiarano di voler evitare. Se nascesse un simile fatuo governo, sarebbe davvero l’anticamera per andare al più presto al voto, la peggiore iattura che gli anti-salviniani dovrebbero temere come la peste, anche se criteri di decenza li obbligano a dichiarare che non temono la prova elettorale. Forse Zingaretti vi sarebbe tentato, ma per la meschina voglia di far fuori i deputati di fede renziana. Quanto all’avversione dichiarata da Calenda all’andare la matrimonio tra le due forze, sono solo le querule rimostranze di un enfant gaté, irresoluto a tutto. Allo stesso modo di Pisapia, che però, almeno lui, pare si sia messo tranquillo, pago del seggio in Europa. C’è una sola strada della speranza davanti a noi, che Pd e Pentastellati firmino un contratto ben composto, tale che permetta loro di pilotare la barca per i residui quattro anni dell’attuale legislatura. Ma il cammino è irto di mine, di ostacoli.

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