Nel domenicale di oggi anticipo quanto direi nella riunione indetta dal Pd locale per il prossimo martedì 19 novembre, con al centro i problemi delle prossime elezioni nella nostra Regione, ammesso che a un pesce piccolo come me sia possibile prendere la parola. Del resto sarebbe la ripetizione di quanto giù affidavo al domenicale di due settimane fa, del 3 novembre. Purtroppo anche nella nostra Regione potrebbe accadere quanto si è verificato in Inghilterra, e anche in Lombardia, che cioè i grandi centri, come Londra e Milano, votano a sinistra, mentre il contado (si sarebbe detto una volta) è più portato a favore della Lega. Questo avviene, almeno a casa nostra, per la politica sbagliata di aver obbligato alcune località a prendersi quote di immigrati, senza preoccuparsi di dar loro un qualche sbocco lavorativo. E forse anche la tutela da parte delle forze dell’ordine può essere apparsa talora alquanto scarsa, che sono i motivi su cui la campagna elettorale di Salvini insiste. A Bologna non dovrebbero esserci problemi, come ha dimostrato la magnifica levata di scudi delle “sardine”, che però, per effettuarsi, richiede una concentrazione di consistenti folle giovanili, come non si verifica altrove. Ma in ogni caso ingranerei il motivo da me agitato in un altro domenicale, l’opportunità di “resistere” a oltranza, se anche ci fosse una sconfitta. Starebbe solo nel Pd ricavarne la triste conseguenza di imboccare la crisi di governo, che diversamente, anche se l’esito elettorale fosse per noi negativo, non potrebbe valere per il Presidente della Repubblica, non tenuto a rispettare i sondaggi di Pagnoncelli e compagni, e neanche i responsi di elezioni parziali. In ogni caso, meglio la vittoria, che sarebbe resa più facile da una desistenza del M5S. Proprio non si vede perché dovrebbe presentare presso di noi una propria lista, per rendere pubblica una sua inevitabile caduta di consensi? Naturalmente una rinuncia a entrare in lizza, col rischio di sottrarre voti al Pd, potrebbe trovare dei compensi, per esempio promettendo a esponenti Pentastellati qualche posto nella Giunta regionale, o anche nelle liste per il Consiglio, se c’è tra loro qualcuno cui non ripugna apparire sotto i nostri simboli. E poi ci si potrebbe impegnare a rendere il reciproco, cioè a non presentare liste nelle Regiini in cui i Cinque Stelle apparissero forza preponderante.