Oggi ovviamente è d’obbligo esaminare la crisi di governo che ci assedia. Comincerò col reiterare le mie accuse al presidente Mattarella, il peggiore della nostra storia, se si eccettuano i golpisti Gronchi e Segni. A lui dobbiamo l’infausto governo giallo-verde, per la sua paura a portarci, allora a nuove elezioni, che certo avrebbero visto la vittoria della destra, ma moderata, ancora dominata da Forza Italia, con un Salvini in sott’ordine, mentre la paziente attesa di Mattarella gli ha permesso di crescere, di giganteggiare. Ora avrebbe dovuto escludere il ricorso ai cosiddetti costruttori, che in realtà, capeggiati come sono da Mastella, sono i distruttori di maggioranze, a lui si deve il crollo del secondo governo Prodi, e dunque si tratta di una pessima genia a cui un Presidente che si rispetti avrebbe dovuto vietare il ricorso. Ma il fatto è che lo stringersi tutti attorno a Conte risponde al criterio di fare ricorso all’usato sicuro, senza sorprese, e chi se ne frega se il suo recovey fund era demenziale, con cifre allogate alla cazzo di cane, come puri riempitivi? Su questo punto quasi tutti hanno dato ragione alle critiche mosse da Renzi, mentre Zingaretti si è sempre limitato a inutili fervorini e ammonimenti, senza alcun effetto sulla controparte. Dunque, ci stava il richiamo all’ordine di Renzi, forse bastava che lui tirasse un po’ meno la corda e accettasse di andare a un tavolo di trattativa per rivedere i numero del recovery fund e altre cose. Ma la durezza delle invettive scagliate contro di lui risponde solo al corruccio di chi si è visto stanato, costretto a uscire dal riparo dei provvedimenti ronronnanti di Conte. Poi, la oscena permissione venuta dal Presidente codardo di fare ricorso ai transfughi. Ora resta solo da sperare che Conte non riesca a raggranellarne un numero sufficiente, che venga bocciato al Senato, e dunque, oborto collo, suo e di Mattarella, sia costretto a salire al Colle per dare le dimissioni. Naturalmente tutti, proprio in nome dell’usato sicuro, saranno pronti a suggerire un Conte ter, e forse Renzi a quel punto sarà reimbarcato, perché da solo non riesce a completare la sua lungimirante operazione e mandare a casa Conte, dovremo sopportarcelo, con le sue prudenti ma inconcludenti mediazioni, fino alla nuova scadenza elettorale, quella tra due anni, quando ci si potrà sbarazzare di lui, e si scioglieranno come neve al sole gli inconcludenti Cinque stelle, puro frutto non di populismo ma di qualunquismo. E con loro c’è da sperare che se ne vada pure il malefico loro ispiratore Grillo, che torni a fare il comico. Se invece Conte tenterà di proseguire con una pattuglia raccogliticcia, racimolata alla bell’e meglio, la navigazione del governo sarà di sicuro più accidentata e difficile, L’unica consolazione è che nessuno vuole davvero delle elezioni anticipate, e dunque al momento l’unico rimedio pare proprio essere un Conte ter, con l’obbligo dei suoi partner di rimangiarsi tutte le ingiurie scagliate contro Renzi.