Il tema di questo domenicale viene dal risultato delle elezioni che si sono appena fatte in Svezia. Ancora una volta una legge elettorale di specie proporzionale si è dimostrata difettosa, anche là dovranno fare sforzi enormi per rappattumare una maggioranza possibile. Il caso si aggiunge ai molti già verificatisi, In Germani, in Italia, in Spagna, perfino la Gran Bretagna non ne è stata indenne. Gli unici due stati dell’Occidente che non hanno patito di questa impasse sono la Francia, per effetto della riforma costituzionale a suo tempo voluta da De Gaulle, che ha introdotto il ballottaggio, di cui ha usufruito Macron, l’unico leader europeo oggi sufficientemente in sella, salvo errori suoi, gli unici che ne possono corrodere il potere. E Beninteso gli USA, che procedono risolutamente a colpi di ballottaggio sia dentro le file dei due unici partiti, sia nello spareggio finale tra questi. E proprio gli USA dimostrano che c’è una provvidenza interna a questo metodo, per cui i vincitori si alternano, nessun partito manda per tre volte consecutive un proprio esponente al governo, e dunque è possibile un ricambio fisiologico. Il nostro Renzi aveva tentato di introdurre anche da noi questo sistema provvidenziale, ma è stato “gambizzato”, dagli elettori, e anche da una pavida corte costituzionale, che ammette il ballottaggio per la nomina dei sindaci ma, chissà perché, non lo concede a livello di elezioni nazionali. Si parla tanto di riforme per l’EU, credo che la prima e più impellente sia proprio di far adottare a tutti i membri della Unione questo sistema del ballottaggio, a costo di espellere chi non lo accetta.