Attualità

Dom. 12-2-17 (dimissioni?)

Spero proprio che domani, all’Assemblea del Pd, Renzi non faccia quanto però, stando almeno alla stampa di oggi, gli viene attribuito come intento quasi sicuro, cioè il dare le dimissioni da segretario del partito. A indurlo a questa mossa sarebbe l’intento di non farsi consumare a fuoco lento e di prevenire gli avversari interni non dandogli il tempo di coagulare valide candidature avverse, come potrebbe avvenire se per un congresso si attendesse la scadenza naturale a fine anno. Ma mi sembra che la posizione di segretario del partito sia abbastanza solida, tale da permettergli di intervenire su sindaci, presidenti di regioni e province, su quanto avanza della macchina organizzativa. Peggio ancora se questa strategia di andare subito a una riconferma della carica di segretario fosse mossa dall’intento di procedere poi al più presto a indire elezioni. Si sa bene che questo è un traguardo difficile, assai contrastato. La sentenza della Corte costituzionale è venuta a sfondare una porta aperta, da tempo tutti, a cominciare dal Presidente Mattarella, proclamavano che per andare a nuove elezioni bisogna prima omogeneizzare le leggi per i due rami del Parlamento, ahimé rimasti entrambi per lo sciagurato esito del 4 dicembre. Se qualcuno legge queste mie noterelle, avrà visto che mi sono permesso di condannare gli auspici di quell’esito disastroso a una Colonna Infame di manzoniana memoria. Senza contare l’intero strascico di problemi che si porrebbero nel tentare di correre subito a nuove elezioni, come quello di avere il via libera presidenziale, di dover mandare a casa un governo amico, di mettere a repentaglio il fragile quadro della nostra economia. Di fronte a tanti guai, in cambio quali vantaggi potrebbero derivare per Renzi? IL raggiungimento del traguardo del 40%, foriero del premio di maggioranza, resta assai improbabile, e dunque, seppure gli si aprisse la possibilità di rientrare subito a Palazzo Chigi.con quali prospettive? Tentare di rinnovare un patto del Nazzareno, di andare cioè a una “grosse koalition”? Questa forse sarà l’ineluttabile necessità cui saremo condannati anche se voteremo l’anno prossimo, ma intanto si può sperare che qualche fatto nuovo muti le carte in gioco. Andare a vederle a breve scadenza sembra proprio non offrire niente di valido e di efficace. I maggiori oppositori di Renzi non sono da ricercare in D’Alema, o in Brunetta, o nei direttori dei quotidiani berlusconiani, questo ruolo ora appartiene al comico Crozza, che dalla tribuna di Sanremo ha pronunciato una spietata condanna del triennio del Nostro, ricavandone un ben magro bilancio, pari al nulla. Ecco dunque un compito preciso che si pone a Renzi, darsi da fare, in attesa di ritornare al governo, ma con in mano la segreteria del maggior partito, cercare di migliorare gli esiti dei suoi vari provvedimenti, di mostrare che non stati del tutto inutili o pari a zero.

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