Gisueppe Conte fa quasi tenerezza, ricorda quei soldati giapponesi che non accettavano la sconfitta e continuavano a combattere contro gli USA. Allo stesso modo Conte continua a difendere a oltranza il ministro Bonafede, come se non fosse stato proprio lui la causa principale della caduta del governo giallo-rosso, e come se non avesse l’enorme macchia di essere stato ligio alla malavita organizzata permettendo che i loro membri lasciassero le carceri per andare a domicilio, e repingendo Di Matteo, sgradito a loro, preferendo Basentini, su cui grava la macchia di aver acconsentito ai turpi reati dei carcerieri ai danni dei prigionieri ribelli, Nel confronto, Grillo ha buon senso, o senso della realtà, ha capito che siamo entrati nel regno Draghi e che al momento bisogna assecondarlo. Conte sogna di impossibili rivincite, portandosi dietro i Cinque Stelle più fanatici e oltranzisti, ma a fare che cosa? Anche se escono dal governo, ci restano molti loro ex-compagni, e dunque sarebbe una mossa disperata e improduttiva. Lo diceva ieri sera molto bene Reni, al solito tallonato dalla Concita De Gregorio. Non cambia lo spartito ance se la Gruber è in vacanza, Renzi resta un reprobo da condannare, uno spaccatutto, che viceversa con la sua mossa ragionevole ci ha dato il governo più stabile che potevamo avere in queste acque molto turbolente. Come dicevo domenica scorsa, ora Renzi deve aspettare che passi il ciclone Draghi, da lui stesso voluto, e poi potrà riprendere la sua funzione di unica vera intelligenza della sinistra italiana.