Le colpe di Bologna
Mi sento indotto a rivolgere una serie di accuse contro chi regge i destini della nostra città e si è macchiato di una serie di colpe. Comincio dalla Fondazione Carisbo, che sembra aver messo tutto il suo zelo a distruggere l’enorme apparato museale creato da Fabio Roversi Monaco. Si poteva sostituirlo nel suo ruolo di demiurgo e eliminare qualcuno dei musei della sua enorme costellazione, ma perché prendersela con Palazzo Pepoli, cominciando col distruggere quell’enorme apparato illustrativo sulla storia della nostra città? Sì, lo avevo detto anche io a suo tempo, era di carattere fin troppo didascalico, ma molto valido per le nostre scolaresche e per i turisti in arrivo. Molto più valido era portarli dentro invece di dar loro un opuscolo da leggere. Poi vengono le colpe dei sindaci, quello di prima, Merola, e quello attuale. Al primo non mi sono mai stancato di accusarlo del voltafaccia, da lui operato per ingraziarsi i comuni dell’area metropolitana, i quali, stupidamente, si sono opposti al passante a Nord, che si sarebbe già potuto costruire e a cui i tanti paesi del circondario avrebbero potuto allacciarsi con opportune bretelle, il tutto col sacrificio di una piccola striscia di terreno agricolo, ma la pianura padana ne ha tanto! Il raddoppio della tangenziale è una follia, ho sperato fino all’ultimo che venisse impedito, ma niente da fare, provocherà intoppi, ingorghi, cause giuridiche per esproprio di ditte e di case senza fine. Ma torniamo al Palazzo Pepoli, in cui il Comune vorrebbe porre, a quanto pare, questa chimera nostrana che è il Museo Morandi, come se non gli avessimo procurato un’ottima sede al secondo piano di Palazzo d’Accursio. Un assessore allora mi aveva confidato che si era approfittato di una minima crepa a seguito del terremoto di qualche anno fa per trasferirlo al Mambo, ma era solo nel tentativo di far affluire in quella sede un po’ più di pubblico, che invece è scarso per altre colpe del Comune, perché non dà soldi al direttore Balbi, costretto ad aguzzare la mente per offrire mostre, troppo di punta per il nostro pubblico, anche perché, altro errore, a suo tempo non si era sopraelevato lo spazio intermedio così da ottenere tre invece che due piani. Al Pepoli dovrebbero andare anche le collezioni d’arte del Comune, che invece stanno bene dove si trovano, del resto che cosa mettere al loro posto? E si gioverebbero della contiguità col Museo Morandi, inoltre dell’enorme spazio della Sala Farnese, con la possibilità di esondare e di occupare qualche volta anche quello spazio, sfruttando anche la Cappella laterale, divenuta un ottimo spazio per conferenze e presentazioni. La Fondazione Carisbo sembra accontentarsi di Palazzo Fava, in cui però fa mostre casalinghe, di poca spesa e di poco respiro. Ciliegina sulla torta? L’inutile, irrealizzabile museo della cultura che il sindaco Lepore annuncia come rimedio e compenso di tutti questi mutamenti, ma che cosa ci si mette dentro? La cultura per sua natura va in tutte le parti, riguarda il cibo, l’arte, persino lo sport, un bel bisticcio, un qualcosa di irrealizzabile.