Una notizia mi sembra che possa riaprire i giochi nell’angosciosa partita ucraina. Pare che Putin, finalmente, abbia ammesso che le sanzioni inflittegli dall’Occidente cominciano a farsi sentire nell’economia del suo Paese. Ho già detto altre volte che questa potrebbe essere l’esca con cui l’Occidente potrebbe tentare una trattativa con lo zar russo. Dico l’Occidente per indicare soprattutto i Paesi dell’UE, perché è vero quanto dice Conte, che ci siamo “schienati”, non schierati sui voleri dell’USA, differenti dai nostri, in quanto Biden non ha nulla da rischiare per il prolungarsi ed estendersi del conflitto ucraino, a differenza di quanti stanno al di qua dell’Atlantico, Questa potrebbe essere la lusinga per portare Putin a un tavolo di trattativa, promettergli, se si giunge a un accordo, l’immediata cessazione delle sanzioni a suo carico, che peraltro tanti danni hanno prodotto pure alla nostra economia. Non solo, gli si potrebbe promettere pure di metterci una parola buona per far cessare quella persecuzione, più virtuale che realistica, di una corte internazionale a suo carico. Altri zuccherini potrebbero essere, agendo di freno anche sul versante Zelensky, la garanzia che nessuno rimetterà in dubbio l’incorporazione della Crimea nella Russia, mentre per i territori controversi del Dombas ci potrebbe stare una soluzione intermedia, sovranità restituita all’Ucraina, ma purché questa conceda a quella regione l’uso della lingua russa, e perfino la possibilità di un doppio passaporto, così da consentire la scelta se vivere di qua o di là dalla frontiera, Ci vorrebbe un leader europeo capace di impostare questa difficile trattativa, poteva essere Macron, se non fosse stato indebolito dalla questione delle pensioni che sta agitando il suo Paese compromettend