Ditelo con i fiori
La Galleria Gagosian inaugura nella sua sede di Roma una personale di Cy Gavin, nato nel 1985. Una volta mi recano di persona sul luogo, sito a poca distanza dal Traforo, ora mi devo accontentare delle immagini che ricevo dal sito, però molto interessanti, di una specie di impressionismo astratto, come di una vegetazione o di una efflorescenza che al giorno d’oggi non possono che nascere da esperimenti condotti in serre riservate. In particolare mi piace un accumulo di serti, come estratti da trofei ingialliti, rinsecchiti, eppure ancora capaci di emanare un loro fascino, di occhieggiare liberamente dalla tela in un ben calcolato disordine. Ma non voglio apparire un esterofilo forzato quindimi piace associare in un esito confluente due artiste nostrane. Una è Chiara Camoni, in mostra addirittura allo Hangar Bicocca, dove i mazzi di fiori assumono un rilievo tridimensionale e a dire il vero appaiono ricavati da cumuli di stracci, da fronde artificiali associate in mazzi che forse nessuna donna vorrebbe ricevere in omaggio ma che comunque mostrano un tocco di femminilità. Infine è il caso di menzionare pure l’artista Karasumaru, di origine giapponese ma da tempo residente proprio a Bologna, dove ora espone alla Galleria Verrengia. In partenza sarebbe partita da un immaginario di specie Pop, ma infittendo le presenze le ha rese quasi illeggibili, ovvero pullulanti come una marea di fiori, di elementi vegetali, ovviamente anche nel suo caso di una vegetazione innaturale, alimentata da fonti non ben verificabili. Forse siamo in presenza, volendo unire questi tre casi, di un pittoricismo risorgente dalle ceneri, dopo una specie di esplosione atomica che ha spazzato via le immagini ottocentesche dando luogo a una nuova proliferazione