Letteratura

Delillo, un silenzio toppo affrettato

Nel 2008 avevo recensito sull’”Immaginazione” “L’uomo che cade” dello scrittore statunitense Don Delillo. affrontando un ragionamento impegnativo circa due componenti di ogni narrazione, la parte di vicinanza al vero, al quotidiano, ma l’obbligo di farvi entrare anche una dose “mitica”, di eventi eccezionali. Insomma, il rapporto tra storia, nell’occasione ricordavo che la parola viene dalla radice “id”, di un vedere, quasi di sapore cronachistico, e invece il carattere filosofico che spetta alla poesia, autorizzata, anzi, obbligata a inserire motivi di trama, anche con possibilità, o addirittura obbligo di sfiorare l’inverosimile. Questa diarchia ritorna nell’attuale prova di Delillo appena tradotta in italiano, ma, direi, a un livello inferiore, come rivela già il formato minuscolo del libro. Sembra quasi di essere in presenza di un abbozzo, su cui lo scrittore potrebbe ritornare per uno sfruttamento più accurato della materia. Al solito, Delillo si dimostra molto abile e disinvolto nel riportare un quotidiano “cazzeggio”, di una coppia, Jim Kripps e Tessa Berens, che da Parigi rientrano in volo nella Grande Mela, loro residenza, concedendosi un posto in prima classe, e abbiamo un accurato e divertente diario delle mangiate e bevute che si possono fare in quelle particolari condizioni di volo. I due giungono addirittura a concedersi un accoppiamento rapido nella toilette dell’aereo. Lui è in ansia perché arrivando a New York non vuole perdere di assistere alla finale del Super Bowl, il calcio americano adorato da quelle parti. Fin qui, appunto, uno scorrere di prosa quotidiana, compiaciuta della sua volgarità e banalità. Ma l’evento “mitico” è in agguato, in una versione a dire il vero non certo inedita e fuori del comune, trattandosi di un improvviso black out di tutti gli strumenti informativi legati all’elettronica. L’aereo ne è vittima, vedendosi costretto a un atterraggio di fortuna, in cui Jim resta anche ferito alla testa. Insomma, brutto finale di corsa, obbligo di rimediare chiedendo ospitalità a un’altra coppia, e comunque inseguiti, perseguitati dal buio di tutti gli schermi, di tutti gli impianti, compresi quelli di riscaldamento. Da una situazione di civiltà fin troppo avanzata ci troviamo all’improvviso regrediti a uno stato quasi di barbarie, da uomini e donne delle caverne. Evento in sé molto realistico e probabile, con relativa acutizzazione degli istinti animali, sessuali. Si sa che quando una simile cesura colpì proprio gli USA, le coppie si misero a fornicare e ne venne un picco di nascite oltre le medie statistiche. Nel romanzo precedente Delillo trovava una opportuna componente “mitica” in un evento reale, quale l’attentato alle Due Torri. Qui l’evento “mitico” è costituito dall’ improvviso black out, e dal silenzio di tomba che a un tratto si impone, accompagnato da un buio totale. Già tante altre volte si è pensato di mettere in atto una soluzione del genere, il che impone a chi voglia ancora farvi ricorso di darcene una trattazione più ampia e circostanziata, come non avviene in questa sorta di abbozzo a cui per il momento il nostro autore si ferma.
Don Delillo, Il silenzio, Einaudi, pp. 102, euro 14.

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