Letteratura

De Giovanni, meglio Bastardi che Angeli

Aumentano le mie perplessità, per non dire rigetti, nei confronti di un giallista che pure è considerato un principe dei nostri scaffali, con adeguati riscontri televisivi, Maurizio De Giovanni, I miei rifiuti si sono rivolti soprattutto ai romanzi in cui questa ape industriosa si è affidata a protagonisti singoli, quali il Commissario Ricciardi e Mina Settembre. Ero stato invece più tollerante, anzi, interessato, con punte di deciso gradimento, per la serie dei Bastardi di Monfalcone, in cui mi piace la comparsa di una squadra collettiva, abbastanza ben assortita, pur con prevedibili guai e inghippi sentimentali, Ma il recente Angeli non mi convince, proprio a cominciare dal titolo. I nostri Bastardi saranno senza dubbio simpatici, e del tutto immeritevoli di quella qualifica al ribasso che gli viene appioppata, ma da qui a proclamarli Angeli, molto ce ne passa, e del resto in questa vicenda non fanno proprio nulla di particolare per meritare una simile promozione. Caso mai, ancora una volta la storia proposta dal nostro De Giovanni si raccomanda per la pulizia ed essenzialità con cui vengono presentati i fatti che contano, qui il delitto che colpisce un sano riparatore d’auto, Nando Jaccarino, e in un modo brutale, diretto, senza fronzoli, viene aggredito nella sua officina, sgozzato all’arma bianca, nel modo più brutale e diretto. Poco alla volta, emerge la motivazione di tanta ferocia, consumata allo scoperto e di primo impeto. Non credo che il nostro De Giovanni sia particolarmente nutrito di cultura, ma diversamente avrebbe dovuto scoprire di essere condotto addirittura a ricalcare in gran parte alcuni motivi di trama che sono al centro del capolavoro pirandelliano dei Sei personaggi in cerca d’autore. Naturalmente, con qualche mutamento, al centro di tutto c’è una dama che si sente trascurata dal marito e dunque concepisce un tenero attaccamento per un dipendente, proprio la vittima, lo Jaccarino, superando la distanza sociale che li divide e intessendo una storia sentimentale con quella specie di domestico, fino ad abbandonare il marito, e pure il figlio primogenito, giungendo a concepire una figlia con lui. Si riconoscono insomma i dati più sostanziosi della trama pirandelliana, perfino col rapporto che sfiora l’incesto, là tra il padre che ha abbandonato la figlia e la ritrova in una casa di appuntamenti, qui tra due fratelli che sanno di non esserlo e si sentono attratti da un rapporto fatale. La corda troppo tesa si spezza, da qui il delitto brutale, alla cui soluzione i nostri Angeli ci mettono un fiuto molto limitato, più che altro aiutati dall’autore, che stenta a giustificare il troppo onorevole epiteto di Angeli con cui qualifica la sua armata, in questo caso abbastanza disunita e inconcludente,
Maurizio De Giovanni, Angeli, Einaudi stile libero, pp. 240, euro 18, 50.

Standard