Le visite virtuali di questa domenica vanno a due artisti che peraltro ho frequentato de visu ed esposto in passato. Sono l’olandese Lily van der Stokker (1954) e il nostrano Alessandro Moreschini (1966). La prima è un punto di forza dell’ottima Galleria milanese Kaufmann Repetto, presso cui ammiro ad ogni loro uscita Gianni Caravaggio e Pierpaolo Campanini. Moreschini ora espone nella maestosa [...]
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Tre porte ben diverse tra loro
Mentre domenica scorsa la visita alla mostra urbinate su Raffaello era stata “reale”, ho ripreso il vizietto delle incursioni solo virtuali in altri spazi (tanto, sono solo elucubrazioni tra me e me) recandomi nel fiorentino Museo dell’opera del Duomo ad ammirare le tre porte del Battistero, appena uscite da un lungo restauro, mentre all’esterno, come è giusto, ne sono state collocate [...]
Raffaello tra gli amici marchigiani
Urbino dedica una onesta mostra al suo figlio migliore, Raffaello, allestita molto bene al pianterreno del Palazzo Ducale, anche se risulta come quel grande talento abbia ben presto capito che dal nido familiare doveva andarsene, spostandosi nei luoghi dove si giocavano le sorti del progresso stilistico. Una vicenda che ricorda quella di alcuni altri grandi talenti, come Canova e Picasso. La [...]
De Nittis e la “macchietta” in senso positivo
Il Palazzo dei Diamanti di Ferrara ci regala una delle sue solite mostre, oneste e pulite, su un protagonista dell’arte dell’Ottocento, questa volta tocca a Giuseppe De Nittis (1846-1884), la cui visione mi porta a rialzarne alquanto le quotazioni, a patto di non schiacciarle su Parigi, come se solo grazie al suo trasferimento sulle rive della Senna l’artista pugliese avesse ricevuto l’illuminazione. [...]
Interpretazioni conformiste di Canova
Nei giorni scorsi ho visitato ben tre mostre dedicate a Canova, a Roma e a Milano, registrando l’enorme piacere di essere cancellato nelle pur enormi biblio che accompagnano i relativi cataloghi. Ma questo fa parte della “damnatio memoriae” cui ormai sono condannato, da vero e proprio “dead man writing”. Il guaio è che a questo modo si cancella pure una interpretazione che tenta di tenere [...]
Richter: un viaggio da Tiziano all’Informale
La visita virtuale di questa domenica mi porta a Mantova, Palazzo Te, ma non per partecipare alle celebrazioni che vi si tengono dedicate al genio di quel luogo, Giulio Romano. Ho già “dato” ampiamente in questa direzione, dedicandogli un intero corso di quando insegnavo Fenomenologia degli stili al DAMS di Bologna, e portando anche in devoto pellegrinaggio a quelle stanze, anche con inclusione [...]
Jean-Francçois Millet. davvero in lui semi di attualità
Riprendo le mie visite puramente virtuali spingendomi con lo sguardo elettronico fino al Museo Van Gogh di Amsterdam che molto giustamente ospita nelle sue sale una mostra dedicata al francese Jean-François Millet, mostra quanto mai opportuna, dato che proprio Van Gogh, nella sua carriera disordinata, non ha mancato di ispirarsi a quel suo predecessore. Che in definitiva non ha goduto di una [...]
Morris: un “Monumentum” eretto per sè e per tutta l’umanità
Ad appena un anno di distanza dalla morte, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, sotto l’abile direzione di Cristiana Collu, celebra come meglio non si potrebbe Robert Morris (nato nel 1931), forse l’esponente principale della grande rivoluzione che si ebbe nel ’68, ma anticipata proprio dal cosiddetto Minimalismo di cui questo artista si può considerare il numero [...]
Viel: la vita è un flusso di scrittura
Diego Sileo, alla guida del Padiglione d’Arte Contemporanea (PAC) di Milano, sta realizzando una serie di mostre monografiche dedicate ad artisti oggi sulla cinquantina che costituiscono l’asse portante della nostra attuale ricerca. Sono già sfilati Luca Vitone ed Eva Marisaldi, si prepara in pista Luisa Lambri, ora è il turno di Cesare Viel (1964). Se si volesse trovare un’etichetta per [...]
Icaro. una scherma spaziale
La Galleria d’Arte Moderna di Torino dedica una giusta e opportuna retrospettiva a Paolo Icaro (1934) che serve a ricordarci una volta di più come l’Arte povera di Germano Celant non possa pretendere di portar via l’intero piatto di quanto si affacciava in Italia, e nel mondo, all’approssimarsi del fatidico 1968. Lo stesso discorso vale, e del resto io l’ho già fatto, per il suo conterraneo, [...]