Completo la serie di valutazioni dei concorrenti al Premio Campiello parlando questa volta degli “Ultimi ragazzi del secolo”, opera di Alessandro Bertante. Che è sicuramente da collocarsi all’ultimo posto, con poche carte per essere presa in considerazione anche in altre classifiche. La parte più accettabile è quella che ricalca tanti percorsi simili già visti in romanzi più centrati in queste ultime uscite. C’è una parte alquanto convincente di auto-narrazione, o tale in apparenza, anche perché appoggiata a una persuasiva e confidenziale prima persona. Sfila così davanti ai nostri occhi un quadro abbastanza veritiero della Milano anni Ottanta, coi suoi drammi, patemi, crisi adolescenziali, e forse, se l’Autore avesse continuato al piccolo trotto per questo verso, la narrazione sarebbe stata anche accettabile. Ma poi ha sentito l’obbligo di inserire un evento clamoroso, sensazionale, e dunque da qui la decisione del protagonista assieme ad un amico di recarsi in un luogo dove davvero, al volgere del secolo, era scoppiata una immane tragedia con eccidi di massa, nell’inferno di Sarajevo. Ma il viaggio dei due in quelle truci scene di guerra e di massacro prende il tono della scampagnata, o appunto dell’avventura estiva di poco respiro e alquanto gratuita. Col che direi che Bertante raggiunge un aspetto già incontrato nella Rasy, ma da lei giocato con ben altro impegno e tenacia. Là addirittura è la lunga permanenza al fronte di due crocerossine, che ne approfittano per intrecciare una relazione omosessuale, scandita dal fischio degli obici e dall’obbligo di curare le spaventose ferite subite dai poveri fanti. Qui il tutto è più in superficie, e mantiene proprio i toni della scampagnata leggera e fatua, consumata affidandosi a una Panda, col massimo problema di riguadagnare nottetempo un ostello che accoglie i due turisti in vacanza, aggirando il controllo di pattuglie in agguato. Magari sì, c’è qualche vivido squarcio paesistico, un po’ di atmosfera locale, come si addice a un filone di questa natura, sostitutivo di foto o filmati. Davvero in questi casi c’è da chiedersi se la letteratura cartacea abbia ancora una funzione o se sia l’ora che ceda il passo a mezzi più incisivi.
Alessandro Bertante, Gli ultimi ragazzi del secolo, Giunti, pp. 215, euro 16.