Aurora Tamigo
Siamo in una stagione di magra, se mi rivolgo ai romanzi che ottengono un buon consenso secondo le rassegne specializzate, sembra trionfare un ritorno a problematiche anteguerra. L’altra settimana, forse hio affrontato il caso migliore, parlando della Strangera, forse influenzato dal capolavoro di Camus, che però non c’entra per niente in quell’occasione. Ora ho davanti l’opera prima di Aurora Tamigo, che tanto per cominciare esibisce un titolo abbastanza ambiguo e improprio, Il cognome delle donne, forse per segnalare come in quest’opera dominino le donne, dalla madre Rosa alla figlia Selma, con un ritmo monotono di matrimoni e filiazioni successive, dove i maschi come vuole una vecchia tradizione sono solo dei beoni e degli spreca-femmine. Non c’è proprio nulla che faccia un qualche riferimento a una problematica attuale. Siamo immersi in una tradizione post-ottocentesca riproposta in modo passivo e ripetitivo, quasi ossessivo.
Aurora Tamigo, Il cognome delle donne, Feltrinelli, pp. 409, euro 19.