Arte

Artemisia

Un articolo di “Artribune” dello scorso 21 luglio ci informa di una brillante operazione della nostra guardia di finanza  che ha recuperato un dipinto di Artemisia Gentileschi trafugato in Austria,  riportandolo alla legittima sede di Conversano. E’ l’occasione per ricordare i grandi meriti di questa pittrice (1593-1653), compromessi da quell’episodio sordido della promessa matrimoniale, poi infranta, da parte di un collega. Anche su questo fronte Artemisia, per le consuetudini di quei tempi, si era comportata in via eccezionale non mancando di denunciare il fedifrago, a spese della propria virtù. Ma a noi preme sottolineare i  suoi meriti di pittrice che ne fanno uno dei migliori esponenti della cerchia caravaggesca, cosa che del resto vale anche per il padre, che ritengo abbia nelle sue mani il mistero del primo tempo milanese di Caravaggio, per una medesima capacità di dipingere in chiaro, e con stesure dense, compatte. A Artemisia ha giovato molto il tema del dipinto in questione, ricavato da un aneddoto, riportato dallo storico latino Valerio Massimo, concernente l’anziano Cimone, condannato a morire per fame, ma alimentato dal latte della pietosa figlia Pero. Forse proprio questa circostanza che l’aneddoto concerne il bianco, anche se in realtà tale liquido provvidenziale mi sembra che non si veda nel dipinto, costringe Artemisia ad allontanarsi dalle grevi visioni sanguinarie della scuola caravaggesca, da lei altra volta seguite.  L’anziano, seminudo, è tracciato con una potenza che addirittura allontana l’autrice dalle rive del maledettismo caravaggesco avvicinandola, questa volta, a soluzioni quasi neoclassiche, come se il dipinto fosse uscito da qualcuno della Scuola dei Carracci. Non è che Artemisia abbia sempre confermato un simile linguaggio forte, solenne, e nello stesso tempo ridotto all’osso, il suo percorso è stato più movimentato, e non sempre queste belle doti di semplificazione, di essenzialità concentrata, si sono ripresentate. Ma qui rifulgono in pieno, e dunque l’aver riportato in patria quest’opera è stato molto utile per dare più lustro a questa artista, per smarcarne la personalità dalla squadra più conformista dei caravaggeschi di contorno. Insomma, i Gentileschi, padre e figlia, meritano studi accurati, approfondimenti che portano in varie direzioni.

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