Ricevo da Davide Bregola il suo ultimo libro, “La vita segreta dei mammut in Pianura Padana”, e come promesso gli dedico una nota, nel segno di un ribadita fedeltà ma anche di un allarme per un prodotto che si presenta statico e ripetitivo, tanto che potrei quasi trascrivere quanto mi capitò già di osservare per il suo precedente “Tre allegri malfattori” del 2013. Nel complesso, Bregola rientra in quell’ ondata di eccellenti narratori emersi negli anni Novanta, soprattutto attraverso le riunioni di RicercaBO, a Reggio Emilia, e da noi immortalati nell’antologia “Narrative invaders”. Il nostro autore vi faceva la sua parte inrotucendo una nozione, un ossimoro, che ho sempre trovato felice, parlandoci cioè di un “tecnovillano”, ovvero di un contadino delle sue terre, della Bassa tra Lombardia ed Emilia, che pur rimanendo legato a pratiche ataviche, rozze e primitive, non manca di aggiornarle inserendo sul vecchio tronco le conquiste della tecnologia. Per dirla in breve, sta tutta qui la differenza tra il lontano neorealismo postbellico, e un realismo ritornante da fregiare con due “neo”, per indicare proprio un simile fattore accrescitivo. Ora poi Bregola distilla un ulteriore termine sulla stessa linea, ci parla cioè di una “rururbanzzazione”, cioè di un incontro tra la vita rurale nei campi e dli aspetti di un urbanesimo in espansione. A questo felice incontro tipico dei nostri tempi è dedicato uno scritto in apertura. Fra l’altro, la crasi, la sintesi tra questi due fattori mi ricorda l’opera di un eccellente pittore come Mattia Moreni, che ha dedicato tutta l’ultima fase della sua acarriera a celebrare proprio l’innesto di un cervello elettronico su placide sembianze di natura. Purtroppo però, su questo palcoscenico pieno di promesse, Bregola introduce e fa muovere dei burattini, dei personaggi in definitiva soggetti a un mondo già ben noto, di piccoli eroi dediti a trovate bizzarre, stravaganti, eccentriche. Lo conosciamo già, attraverso tutto il primo tempo di un Luigi Malerba, o anche di un Aldo Busi. Ma questi autori hanno capito che bisognava crescere, dilatare figure e azioni, conquistare più complessi svolgimenti di trama, invece Bregola si arresta a brevi comparse, toccato e fuga. Forse gli nuoce uno strano accorgimento, di non dare un titolo a questi episodi, di metterli gli uni al seguito degli altri. Dovrebbe insomma decidersi, se far predominare una dimensione orizzontale, portando il fenomeno della rurubanizzazione a impadronirsi per intero della narrazione, o se invece dare un rilievo più accentuato ai singoli protagonisti. Così, invece, essi rischiano di rimanere a un livello di macchiette, soffocati subito dopo essere stati abbozzati. Riconosciuto questo limite, ammettiamo pure che le trovate, come in un Decamerone per poveri, sono in genere alquanto gustose, nella loro articolata gamma. C’è la beffa che gli amici fanno a un compagno innamorato della pioggia dei meteoriti, ingannandolo con la caduta del tutto falsa e casereccia di un corpo pesante. C’è un’apparizione del fantasma di una bambina, ma subito sparita, che è anche una corda appena accennata dal Nostro, e non più toccata. C’è il caso del soggetto giù di mente che scambia tronchi d’albero portati dalla corrente del Po per cadaveri trucidati da qualche serial killer, da qui i suoi sconclusionati esposti alle autorità per farle intervenire. C’è il brivido dei bulli guidatori di scooter che sfidano fin quasi a morte l’avanzare contro di loro di un camion con rimorchio. A giustificare il titolo, c’è pure la pretesa di uno di questi balordi di poter scoprire nel suolo della grassa pianura padana le ossa di un mammuth, fino a ritrovare soltanto gli avanzi di un palo elettrico. Ci sono, a dare alla serie un tono nero, luttuoso, alcuni suicidi, tra cui quello della contadina che per tutta la vita se ne sta, dignitosa e grave, vestita di nero, ma pretende che il suo corpo venga accompagnato nella tomba avvolto in uno sgargiante abito rosso. In definitiva, se si può dare un consiglio al nostro Bregola, cerchi di far spuntare dalla Pianura Padana dei picchi più risoluti di avventure e di azione.
Davide Bregola, La vita segreta dei mammuth in Pianura Padana, Avigliano Editore, pp. 140, euro 14.