Attualità

Dom. 5-2-17 (elezioni)

Mi sembra che Renzi stia diminunendo la virulenza con cui nei giorni passati ha sostenuto la tesi di andare al voto subito. Dovrebbero aver contribuito a calmarlo su questa strada numerosi interventi, come quello del presidente emerito Napolitano, che ha esortato a lasciare che la legislatura vada fino al suo termine naturale nel ’18, e non dimentichiamo che lo stesso Renzi ha sempre sostenuto che, se fosse dipeso da lui, l’intero arco legislativo si sarebbe appunto concluso in modo normale. Al presidente emerito si è aggiunto il ministro Calenda, a far notare quanto sarebbe disastroso scatenare la turbolenza elettorale in un momento assai difficilee dlla nostra vita economica. E ci sono pure i sondaggi che confermerebbero un trend del corpo elettorale sfavorevole a un ricorso ravvicinato alle urne. Se vi si andasse, in molti indicano i rischi per Rezi: difficoltà di superare la quota del 40% per avere il premio di maggioranza, unita alla difficoltà di applicare lo stesso criterio anche al Senato. E dunque, ci sarebbe solo la prospettiva della “kleine koalition” con i pezzi di centrodestra disposti a fare il governo con lui, o con chi prendesse il suo posto. Meglio rimandare, e dedicarsi corpo e anima a portare a casa successi in campo economico anche solo come segretario del Pd, carica da potenziare. E in definitiva sarebbe anche un modo di accogliere la proposta di scindere i due ruoli, di capo del governo e del partito maggioritario nello stesso tempo, anche se sono proposte maliziose e anzi ostili, in quanto nei maggiori paesi occidentali, USA, Inghilterra, Francia, Germania, si dà una identificazione di quelle due funzioni. L’aspetto più deludente del governo Renzi sta proprio sul versante economico, col sostanziale fallimento del Jobs Act, e dunque ci sarebbe un grande lavoro da fare su questo fronte, in accordo coi tutti gli amministratori del partito.
Ma appunto Renzi si tenga stretto l’attuale incarico di segretario del partito, rispettando la scadenza normale di fine anno per andare a un congresso. Non segua i melliflui consigli di Cuperlo, anticipare il congresso sarebbe un agitare le acque del Pd in modo ancora peggiore che se si andasse subito alle elezioni. E pessimo pure il consiglio di Franceschini, inutile ripristinare le liste unitarie in vista del voto. I carrozzoni fatti di tante piccole frazioni hanno già dato tanto funesta prova di sé: costringendo al fallimento ben due governi retti da Prodi, e persuadendo Veltroni a fare da sé, ma non andando oltre un circa 30% dei consensi. Oggi forse, merito della politica renziana, si strapperebbe qualcosa di più, ma inutile rischiare, meglio aspettare, e darsi intanto a una condotta virtuosa.

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