Domenica scorsa sono stato facile profeta nel pronosticare, qualche ora prima, che dal ballottaggio in Francia sarebbe risultata la totale sconfitta delle due Le Pen, zia e nipote. Per la gioia di un tale esito, nei giorni seguenti avrei voluto indossare una felpa con la scritta “Je suis la France”. Tra gli osservatori da me lodati per aver anticipato una conclusione del genere c’è stato Paolo Mieli, che però subito dopo mi ha gelato accusando l’intervento del premier Valls, e con lui di tutti i socialisti disposti a far confluire i loro voti sulla lista di Sakozy, di essersi dati a una specie di accanimento terapeutico: perché resistere in tutti i modi all’onda del lepennismo, perché volerla esorcizzare, impedire? Non sarebbe meglio seguire la china naturale, lasciarli andare al potere? Purtroppo sentimenti del genere aleggiano anche da noi, e tra osservatori “benpensanti”: perché opporsi all’ascesa dei Cinque stelle? Mettiamoli alla prova, permettiamogli di governare. A me sembra come voler patrocinare un totale salto bel buio, spero bene che, nel caso, anche da noi si riproduca qualcosa di simile a quanto avvenuto in Francia. Le cui indicazioni mi pare suonino le campane a morto per Salvini, visto anche che il suo 15% attualmente attribuitogli dai sondaggi è inferiore alla somma quasi doppia dei voti effettivamente riportati dal suo corrispondente Front National su suolo francese. Non credo possibile una fusione radicale tra Lega e Forza Italia, e non dimentichiamo che il venir meno del compromesso del Nazzareno ha lasciato a Renzi le mani libere nell’escludere proprio la possibilità che alle elezioni si presentino carrozzoni di vari partiti apparentati. Dunque, semmai, il fronte di una destra unificata potrebbe sperare solo di andare al ballottaggio, ma tutti i pronostici li dicono condannati a perdere, quale che sia l’avversario finale. Resta il rischio, a detta dei sondaggi molto reale, che appunto se si giungesse a questo passo decisivo, tra Pd e Cinque stelle sarebbe quest’ultima lista a vincere, ma non li vedo proprio, i moderati berlusconiani di casa nostra, preferire Grillo e compagni a Renzi, che per loro non è figura così detestabile quale appare invece alla Lega, e ai fuorusciti della sinistra, che per odio verso di lui sarebbero pronti a votare anche per il diavolo.
Sempre nell’intento di infilare fogli nei vari dossier già apprestati, registro una incredibile gaffe dell’”Espresso”, che non ha sostituito in tempo utile due “opinioni”, come sempre improntate al più spiccato gufiamo-antirenzismo. La barba inutilmente pensosa di Piero Ignazi ha bacchettato il Pd colpevole di eccesso di amore residuo verso Fi, per attaccamento all’ormai estinto Nazzareno, che si sarebbe esplicato nelle varie fumate nere per l’elezione dei tre giudici costituzionali, causate dal rifiuto di cercare consensi in direzione dei Cinque stelle. Peccato che il giorno prima l’alleanza, auspicata da Ignazi ma da lui ritenuta impossibile, era avvenuta, portando finalmente a una fumata bianca, all’elezione effettiva dei tre. Sicuramente l’opinionista aveva consegnato il suo pezzo in anticipo, ma un giornale deve essere pronto a cambiare anche all’ultimo momento degli articoli che risultino scavalcati dai fatti. Lo stesso si dica anche nei confronti di un altro pensoso opinionista quale Massimo Riva, in genere anche lui profeta di sventure, che sempre in questo numero appena uscito bacchetta Renzi per debolezza e accondiscendenza in sede europea verso il predominio della Merkel, ma anche lui scavalcato dall’offensiva che appena qualche ora prima il nostro premier ha promosso a Bruxelles in direzione antigermanica. Il bello è che subito il giorno dopo sono intervenuti altri pensosi opinionisti, mi pare sul “Corriere”, a osservare che Renzi, in quella sfida, è stato troppo temerario, e se ne dovrà pentire.
Nella mia sfiducia verso il giornalismo di casa nostra, troppo loquace ma solo nello sfondare porte aperte, mai nell’affrontare argomenti nuovi, con la sola lodevole eccezione di Milena Gabanelli, mi chiedo se non dovrebbero aggiornare il capitolo delle migrazioni. Mi sembra che il flusso dei trasferimenti dalla Libia si sia allentato, non sento più parlare di naufragi e di morti lungo quella rotta, semmai i dati negativi ora riguardano solo il percorso che va dalle coste della Turchia alle isole greche. C’è davvero un allentamento del fenomeno migratorio diretto alle nostre coste? E a che cosa si deve, solo al maltempo sul mare, oppure le nostre navi riescono inalmente ad esercitare un ruolo di contenimento? Ci starebbe un bel dibattito in uno dei tanti salotti che aduggiano le nostre serate televisive, invece che insistere a pestare l’acqua nel mortaio e ritornare sempre su fatti fin troppo dibattuti.