Il cadavere in biblioteca
Ho già detto che acquisto i libri di narrativa premiati dalle classifiche delle rubriche sui giornali, Così ho potuto parlare di recente sia di Manzini sia di Carrisi, e ora è il turni di Alessia Gazzola col suo Miss Bee e il cadavere inbiblioteca. Se devo fare una graduatoria sui tre, il preferito è proprio quest’ultimo. Manzini col suo eroe, pur simpatico, divaga troppo e si perde nei dettagli tra fiori di lingua e pranzetti e amorazzi alla buona. Carrisi si approfitta della relativa libertà di mosse consentita dall’onirismo e si disperde in vicende intricate e inverosimili più del lecito. Invece la Gazzola, a cui si deve il successo televisivo della serie intitolata all’Allieva, sa muoversi con eleganza, forse troppa, agitando attorno a sé un’aura alla Austin, o alla Christie, cioè un’atmosfera tipicamente anglosassone, fatta di delicatezza di tocchi sensibili alla tela del romanzo, fin troppo, tanto che alla fine mi sentirei imbarazzato se dovessi fare un riassunto della vicenda, Chi è colpevole del cadavere trovato in biblioteca? Il quadro, l’ambiente in cui si muovono i vari personaggi è superiore alla trama, fino quasi a nasconderla e a non darci una risposta. Sarei imbarazzato a dire chi è il colpevole, tra tanti rinvii e finezze ambientali.
Alessia Gazzola, Miss Bee e il cadavere in biblioteca, Longanesi, pp. 248, euro 14,90