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Il passato è un morto

Il passato è un morto

   Antonio Manzini, col suo vice-questore Rocco Schiavine, sta avendo un grande successo sia nei film sia nei romanzi da cui i primi vengono tratti. Non dubito che lo stesso accadrà con questo ultimo Il passato è un morto senza cadavere. Ma come giallista Manzini mi sembra arruffato e inconcludente, come appunto è pure in questa vicenda, dove un tale Paolo Sanna viene trovato con la bicicletta fracassata. Appare quasi subito che si tratta di un delitto voluto e non di un incidente casuale, da qui un’indagine che appare sconclusionata e quasi irriferibile per abbondanza di dati, ma non collimanti. Per fortuna che c’è la simpatia umana che circonda Schiavone, e magari pure il suo cane, Lupa, del tutto innocuo nonostante il nome.  Come del resto il nostro Schiavine si rende simpatico non certo per rigore nelle indagini, piuttosto inconcludenti, quanto per i tanti caffé con brioches che si beve durante la vicenda, in compagnia di una sqadra di suoi simili, che passano allegramente da un’inchiesta a un pranzo o cena, in un Piemonte generoso di panorami, sereni o nevosi, invernali. La vittima, tale Paolo Sanna, sfugge anche lui da tutte le parti, del resto, come dice il titolo, la vicenda è senza cadavere. Sarei molto imbarazzato si mi si chiedesse di riassumere questa storia, arruffata all’eccesso. Respiriamo solo quando Schiavone scende al nostro livello.  Partecipiamo volentieri alle bevute sue e dei colleghi, alle loro indagini anche se per gran parte inconcludenti, ma c’è  la piacevole presenza di Schiavine, che è come uno di noi, attraverso i pranzetti e le bevute che si assorbe assieme ai compagni di squadra.  Accontentiamoci di questi piaceri, anche se l’indagine non procede troppo in avanti, anzi, riporta indietro, a un lontano passato di cui il nostro Paolo Sanna è rimasto vittime, ma senza che ce ne lasciasse neanche il cadavere per consentire a Schiavone e compagni di orientarsi. Accontentiamoci della bonomia con cui il vice-questore ci accoglie in ognuna di queste tante pagine, e non indaghiamo oltre, del resto non ce la faremmo a risolvere un caso che, come  dice il titolo, è pure senza un cadavere.

Antonio Manzini, Il passato è un morto senza cadavere, Sellerio, pp. 564, euro 17.

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