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Omaggio al Gruppo 70

La poesia ti guarda

Ricevi un volumetti molto utile, una rassegna molto completa del Gruppo 70, che in qualche modo il nostro dirimpettaio o forse meglio dire concorrente sul fronte delle neoavanguardie, un uguale data di nascita, il 1963, anche se loro vollero correre in avanti e chiamarsi Gruppo 70. La differenza stava nel fatto che i Novissimi, fenomeno di punta della neoavanguardia a matrice verrina, non insistevano particolarmente su una componente visiva, tranne il caso di Balestrini che nei suoi ultimi anni ne sarebbe diventato un perfetto cultore, I fiorentini invece si costituivano come fenomeno omologo alla Pop Art, e se nei versi erano abbastanza convenzionali, brillavano invece nell’associazione con immagini ricavate appunto dal patrimonio dei mass meda. Purtroppo il tempo ha avuto ragione di quasi tutti i membri di quel sodalizio, credo che sopravviva, vegeto e arzillo come un grillo, il solo Lamberto Pignotti, che del resto ne è stato il numero uno. Io, da  braccio desto, allora, di Luciano Anceschi, proposi una specie di patto di alleanza o di non belligeranza tra i due gruppi, proponendo addirittura una specie di patto di doppio tesseramento, cioè la facoltà di aderire a entrambe le formazioni, tanto è vero che Pignotti fu con noi all’atto mostro di nascita nell’ottobre del ’63, ricordo che ci aggiravamo insieme  per le vie di Palermo. Del resto, Pignotti era il più ingegnoso, tanto da superare la barriera del visivo fino a spingersi a ingurgitare la poesia sotto forma di chewing gum, così meritandosi un invito da parte mia a partecipare alle Settimane internazionali della performance, con invito recente a ritornare in pista, Accanto a lui c’è da ricordare una lunga serie di compagni di Gruppo, Miccini, Ori, Lucia Marcucci, Ma non Ketty La Rocca, che frequentava già le vie del concettale o della performance. A confermare questa opportuna equipollenza  c’era anche Gillo Dorfles, anche lui deciso a farsi dare un doppio tesseramento, E forse i nostri  cugini d’oltre Appennino erano più forti di noi a livello organizzativo.  Ricordo che con generosi finanziamenti della Regione Toscana riuscirono a organizzare degli incontri internazionali, mi pare di ricordare  a Montecatini, dove approfittando del loro invito io ebbi la fortuna di conoscere due grandi nomi del firmamento internazionale, Jean-Cristohe Amman e Jacques Lyotard, a cura di Egidio Mucci, troppo presto scomparsi, e di  Pier Luigi Tazzi, di recente commemorato. Insomma, fu una proficua collaborazione dove ognuno metteva in comune quanto di meglio aveva nel patrimonio del proprio Gruppo.  Forse sabbe pure il caso di unire una volta tanto i due fronti in un’unica testimonianza globale.

La poesia ti guarda. Omaggio al Gruppo 70 (1963-2023), De luca Editori, pp. 119.

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