Dom. 11.2.24 (agricoltura)
Il problema del giorno sta senza dubbio nella sollevazione degli agricoltori, quasi in ogni Paese d’Europa, che proclamano che non ce la fanno più a reggere la concorrenza dei grandi gruppi alimentari in grado di abbassare i prezzi e di rendere accessibili i loro prodotti. La soluzione, dispiace dirlo, sta forse proprio nell’accettare una inevitabile discriminazione di carattere socio-economico. I coltivatori diretti insistano pure nel mettere in vendita i loro prodotti a prezzai in linea con le varie crescite di tutto, costi dell’energia, avversità climatiche, tasse insostenibili e così via. Inutile chiedere che il governo intervenga concedendo loro finanziamenti supplementari, questi non cesserebbero mai, dovrebbero essere rinnovati periodicamente. E allora? E’ brutto dirlo, i piccoli agricoltori propongano una merce di qualità ai prezzi resi possibili dalle varie difficoltà. Il governo, le autorità intervengano sulla grande distribuzione controllandone i prezzi, rendendone disponibili i prodotti a chi non ha mezzi particolari per l’acquisto delle merci di pregio, a patto di tutelare comunque la sanità dei prodotti messi in vendita. Chi ha mezzi acquisti dai coldiretti ai costi che essi dovranno stabilire per forza di cose, agli altri l’accesso a un mercato i cui prezzi siano controllati della varie autorità e resi accessibili, anche se di qualità inevitabilmente inferiore. Oggi invece succede che i grandi distributori siano lasciati liberi di fissare i prezzi che vogliono, con grandi guadagni, e strozzando i piccoli concorrenti, malgrado il livello superiore dei loro prodotti. Due mercati insomma, uno libero, secondo le regole di mercato, un altro invece controllato, attento a consentire a tutti di assicurarsi i prodotti necessari alla sopravviuvena.