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La conferenza stampa della Meloni

La conferenza della Meloni

Ieri, giovedì 4 gennaio 24, ho seguito attentamente la conferenza stampa della premier Meloni, e devo ammettere che, pur appartenendo all’altra sponda, trovo che  se la sia cavata abbastanza bene, dimostrando di essere ,assieme al da me appena lodato Giorgetti, l’unica risorsa su cui può puntare la nuova destra. Ha scavalcato con eleganza la questione di quel balordo suo deputato, Emanuele Pozzolo, che nella notte del Capodanno ha sparato un assurdo colpo di pistola ferendo un presente di nulla colpevole. Devo dire che anche gli interlocutori non hanno insistito più del giusto su un simile episodio accidentale, mi pare che ci sia stata una sola domanda in proposito. Per il resto, stando ai punti cruciali, la Meloni se l’è cavata abbastanza bene sul mancato prelievo dalle banche del plusvalore realizzato per l’aumento dei prezzi, spiegando che invece che prelevare parte di questo eccesso si è consentito alle banche di costituire una riserva da restituire agli utenti sotto forma di prestiti agevolati. Si dovrà vedere se questa è una scappatoia per mascherare una fuga sotto il premere del potere forte delle banche, o una soluzione provvista di qualche efficacia. Ho notato pure con piacere che lei a sua volta non ha insistito su quella  sua balorda idea di andare a costituire  in Albania una specie di Enclave, o di Ellis Island di nuovo conio, per relegare i profughi accorrenti sulle nostre coste in fitta schiera. E’ quella soluzione che troviamo accennata anche dalla Gran Bretagna, e da Israele nei confronti degli abitanti di Gaza, il che ha un sapore tra Sette e Ottocento, quando si spedivano nei luoghi più remoti le prostitute e i malfattori. Molto meglio insistere, come ha fatto in questa occasione, su un  piano Mattei per l’Africa, volto a costituire con la Tunisia un luogo di raccolta dei profughi dai paesi subsahariani per sottoporli a esami e, se ritenuti validi, farli giungere da noi sottraendoli ai pericoli degli scafisti. Ho già detto più di una volta che l’Europa dovrebbe darci quanto versa annualmente alla Turchia per fare da argine alle immigrazioni da Est. Noi potremmo costituire  dei luoghi di raccolta civili, ben attrezzati, da cui i prigionieri non sentano il bisogno di evadere dando fuoco ai loro materassi, esattamente come fanno i carcerati. Noi potremmo costituire dei centri di smistamento da cui trarre forze lavoro e incrementi di natalità, invitando gi altri Paesi dell’UE a fare richiesta di quantitativi adeguati di simili persone filtrare. Due cose che non funzionano, ce ne dovremmo essere già convinti,  sono le rispedizioni nei Paesi d’origine, che non li vogliono, dove del resto questi disgraziati non troverebbero nessuno ad accoglierli, e un ‘equa distribuzione con gli altri Paesi. Naturalmente  sarebbe ben diverso se noi offrissimo loro un personale filtrato e idoneo ad assumere compiti lavorativi. Un  altro punto che mi è sembrato rassicurante è stata la distinzione tra risparmi nei budget dei vari ministeri  e la riduzione forzata degli  investimenti su salute, scuola, assistenza sociale in genere. Beninteso le opposizioni, a cominciare dal mio amato Renzi, hanno fatto a posteriori il loro mestiere, rinfacciando i molti punti dubbi di questa esposizione, che certo non sono  mancati.

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