Il 25 maggio scorso all’Auditorium del DAMS si è svolto il solito videoart yearbook, che facciamo dal lontano 2006. Io ne sto ormai prendendo congedo, come da tutto, dalla vita, lasciandolo nelle mani competenti di Silvia Grandi e di Pasquale Fameli, a cui si è aggiunto anche Piero Deggiovanni, docente proprio di videoarte all’Accademia di Belle Arti di Bologna, da tempo nostro suggeritore, ora questa sua presenza formale sancisce il carattere bivalente della manifestazione, valida sia per l’Università che per l’Accademia, anche se non si è affatto raggiunta la tanto agognata parità, basti pensare che proprio Deggiovanni, docente di ruolo all’Accademia, da noi potrebbe solo avere una nomina annuale di cultore della materia, con paga ridotta a poche migliaia di euro. Naturalmente non posso qui parlare di tutti i video selezionati quest’anno, mi limiterà a indicare quelli che ho trovato tra i più efficaci, fra l’altro di due nostri ospiti quasi fissi, Rita Casdia, con una abilità che la rende degna di essere assunta a Hollywood da qualche compagnia specializzata in cartoni animati. Le sue esili figurine, pronte ad estenuarsi, a fare squadra, o a gesticolare ma in modi composti e sintetici, mostrano una grande maturità di linguaggio, E non è neppure una sorpresa Marcantonio Lunardi, con le sue sapienti immagini ricavate da un museo di bellezze ieratiche, sacre, mescolate ad attrezzi volgari del vivere quotidiane. Tra le voci nuove che mi hanno colpito, Lorenzo Papanti, con le sue architetture precarie sottoposte a un tremito come per scossa di terremoto che le condanna a un crollo imminente. E Silvia De Gennaro, con i suoi Travel books, che sono proprio una serie di cartoline illustrate da paesi di carattere arabo, incastrate tra loro, ma non immobili, anzi, al contrario animate al loro interno da un flusso di movimento. Nota caratteristica di questa edizione, voluta dai tre curatori, è stata che accanto alla solita selezione di video brevi ce ne fossero pure tre più lunghi, per premiare chi era già stato in modi eccellenti ad animare le nostre rassegne. Mi ha impressionato Elena Bellantoni, che ci trasporta in un magazzino dai cui ripiani sporgono dei cilindri di cartoni arrotolati, come tanti maccheroni pronti alla fenditura di una lama di coltello, Quella visione fortemente plastica ha i suoi inservienti, delle dame che indossano anche loro dei costumi cartacei, partoriti quasi dagli stessi tubi del panorama circostante, in una sinfonia coerente e ben organizzata, Un altro video lungo è di Devis Venturelli, che abbiamo amato molto, fino a dargli il premio Alinovi Daolio, quando proponeva i suoi cortei ricavati strappando brandelli di manifesti dai muri e trascinandoli per le vie. Ora saccheggia dei parrucchini postici, strappandoli dalle teste dei portatori, e ne fa come degli astri volteggianti nello spazio, anche se tra i loro tralci, come di nidi di rondine, si intravedono gli occhietti brillanti dei relativi portatori, Ma conta quel roteare di astri di nuovo conio, in