Vorrei tornare all’ipotesi di come si potrebbe arrivare a una soluzione di pace nella tormentata Ucraina, l’ho già espressa in un domenicale di qualche settimana fa, ma suppongo che ben pochi lo abbiano letto, e del resto mi comporto da mosca cocchiera, con vani interventi di nessuna efficacia pratica. Bisogna evitare un incontro-scontro diretto tra Zelensky e Putin, ci vuole una commissione con un po’ di distanza, non vi può mancare Erdogan, che si è distinto per validi contributi distensivi, e inoltre, per l’Europa, la Francia e la Germania, temo che la nostra Meloni, al momento, non sia considerata troppo solida e autorevole. E poi, certo, Biden o chi per lui. Bisogna frenare gi opposti appetiti, quindi convincere Zelensy a rinunciare alla Crimea, ormai solidamente incorporata in Russia. Gli attentati contro le navi nei porti della Crimea caro sono costati all’Ucraina, che si è vista distruggere tante centrali elettriche. Ma anche Putin deve cedere qualcosa, e precisamente il Dombas, diversamente gli Ucraini prolungherebbero la guerra a tempi indeterminati. Il plebiscito di annessione alla Russia di quelle terre non è stato riconosciuto da quasi nessun Paese, quindi si può fare marcia indietro. Però, come dice il buon senso, bisogna pur concedere qualcosa a Putin, e potrebbe essere l’impegno a togliere subito le sanzioni, e a garantire il diritto al Dombas e ad altri territori dell’Est di parlare russo, e magari anche di portare un doppio passaporto, russo e ucraino nello stesso tempo. Questo mi sembrerebbe un pacchetto realistico di concessioni reciproche, ma beninteso questa mia ipotesi cadrà nel vuoto più assoluto, Chi mai mi legge?