Non avevo molta speranza che il sottile piano da me abbozzato nello scorso Domenicale bis, cioè il riuscire a convincere Berlusconi a un capovolgimento di fronte, potesse avere davvero uno svolgimento. Ci voleva una mente strategica in seno alla coalizione dei centro-sinistra, forse un Renzi in forma. Non si dica che a questa possibilità aveva posto un freno Berlusconi stesso, con le sue esternazioni a difesa della politica di Putin, e del suo immarcescibile attaccamento alla sua figura, Ho sentito il centro-sinistra tuonare contro questo possibile venir meno di una sacrosanta linea comune contro Putin, con richiesta di riportare la testa di Tajani. Ma Letta e compagni dovrebbero guardare al loro interno, avevano preso a bordo anche un Fratoianni che credo condivida quasi in tutto le parole belusconiane contro Zelensky e a favore di Putin. E pure i Cinque stelle erano usciti dal governo Draghi proprio difendendo il principio che non si dovessero più concedere armi all’Ucraina, Ma ritengo che il Presidente Mattarella prenderà per buone le varie assicurazioni di fedeltà a un linea comune antu-putiniana, elargite in larga misura da Tajiani e dalla Meloni. E dunque il governo più destra nella storia dell’Italia repubblicana tra breve nascerà, resta solo qualche incognita sulla assegnazione finale dei vari dicasteri, che non mi sembra problema gravissimo. Ora dovremo andare a vedere di quale tipo sarà il governo Meloni, sperando che non getti la maschera di buonismo fin qui assunta.