Attualità

Dom. 27-3-22 (ridicolaggini)

L’ondata travolgente dei salotti televisivi suscitata dai fatti di Russia e Ucraina merita qualche commento.  Intanto, pare vana la speranza di un colpo di stato che faccia fuori Putin, lui stesso ha risposto con l’adunata oceanica di qualche giorno fa, in perfetto stile dittatoriale, come quelle che sapevano organizzare Hitler e Mussolini, Il  potere del dittatore russo appare ancora solido, con l’appoggio del 70 per cento del popolo. Patetica poi la speranza di poterlo assoggettare a una corte di giustizia per crimini contro l’umanità, chi lo va a prendere per sottoporlo a un qualche tribunale? Ci vorrebbe non solo una parziale sconfitta nell’intervento in Ucraina, ma un crollo totale del suo potere nella madre patria, nel quale caso comunque si può intravedere una congiura di palazzo, una destituzione, mai la consegna a un tribunale esterno. Infine, la condotta nella “strana guerra” contro l’Ucraina. Anche qui mi pare che i commentatori sbaglino nell’attribuirla a una debolezza delle truppe dell’invasione, mi pare chiaro che Putin non vuole affatto conquistare quel Paese, che sarebbe assai difficoltoso tenere sotto occupazione, tutt’al più potrebbe mirare a occupare Mariupol per stabilire una continuità territoriale dal Dombas al Mare d’Azov. Credo che il fine di Putin sia solo di esercitare una funzione deterrente sul popolo ucraino per portarlo ad accettare le proprie condizioni per fare la pace. Ma quali sono, tali condizioni? Zelensky ha già rinunciato a entrare nella Nato, ma, temo, non è ancora disposto a rinunciare a rivendicazioni sulla Crimea e sul Dombas, credo che sia questo l’ostacolo per giungere davvero a una tregua, e i bombardamenti russi, certo crudeli e disumani, hanno appunto una funzione deterrente,  per costringere Zelensky a mollare la presa fino in fondo. A tutto questo si aggiunga la condotta balorda di Biden, del presidente USA, che scarica su Putin un torrente di ingiurie e accuse, poi tenta di trattare col presidente della Cina, che resta il miglior alleato della Russia. E perché l’Occidente non si costituisce come la miglior  controparte in un dialogo con la Russia? Tocca a noi dare garanze di mantenere l’Ucraina fuori della Nato, e anche premere per cedere sulla Crimea, ma nello stesso tempo erigendoci a tutori dell’indipendenza e sovranità di quel Paese. Mandare a trattare Israele o la Turchia è una vergognosa prova di codardia da parte nostra, o di lavarcene le mani e di guardare  da un’altra parte. C’è poi il problema di come pagare il gas proveniente dalla Russia. Anche su questo fronte il rivolgerci a qualche tribunale internazionale per rivendicare il rispetto dei contratti in cui è previsto un pagamento in euro o dollari mi sembra pretesa ridicola. Pare del resto che pagare in rubli, data la svalutazione di questa moneta, costituisca addirittura un vantaggio economico. La trovata del consigliere economico di Draghi,  Francesco Giavazzi, di spegnere i termosifoni per l’arrivo dei mesi caldi, mi sembra una barzelletta, dato che il gas serve per le industrie, tra le altre,  della ceramica e della siderurgia, per le quali non c’è  buona stagione che tenga.

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