Risolto a mio parere in modo felice la questione delrinnovo del Presidente della Repubblica, ora il problema che si affaccia è quello della legge elettorale con cui andare a votare il prossimo anno, Da buon renziano, sarei ben lieto che si trovasse una modalità simile all’elezione del sindaco, con un primo turno e un ballottaggio, ma ciò è riuscito solo alla Francia, per lontano merito di De Gaulle, e con la difficoltà che abbiamo noi nei tentativi di mutare qualche articolo della costituzione non vedo proprio come si riuscirebbe a risolvere un problema del genere. Dunque, resta, come si conviene da più parti, il ricorso al proporzionale, con lo sbarramento da fissare al 4 o al 5 %. Il che dà un serio problema proprio a Renzi e all’Iv, che non decolla da un 2-3% nei sondaggi. Ma ci sta pure LEU, con una quota parte nei sondaggi non molto diversa. E allora, che fare? Direi che tocca al Pd assorbire questi dissidenti, allontanatisi dalla radice. Del tutto falsa e inconsistente è invece l’ipotesi del grande centro, verso cui invece, per totale astio o disprezzo, si vorrebbe spingere proprio Renzi, ma per lui a già risposto qualche giorno fa la senatrice Bellanovaa. L’Iv è una formazione di sinistra, come del resto ha dimostrato proprio nell’elezione del Presidente, respingendo il tentativo maldestro di matrice destrorsa di puntare sulla Belloni. Renzi ha fatto un unico errore nella sua carriera, di credere esaurito il compito del Pd, allo stesso modo dei socialisti in Francia, tentando di divenire il Macron italiano. Visto che questa via non ha funzionato, ora non gli resta che rientrare a coda bassa nella casa madre. Ma perché mai questa lo dovrebbe respingere? In fondo, vale sempre il vecchio motto per cui l’unione fa la forza.