Attualità

Dom. 9-1-22 (Felicori)

Stimo molto Mauro Felicori, e dunque ho gioito quando, da uno stato di funzionario del Comune di Bologna destinato a compiti non proprio di prim’ordine, è stato innalzato dal ministro Franceschini a dirigere il museo di Caserta, con grinta e autorevolezza, da cui la sua fortuna nazionale che gli ha meritato il posto di assessore alla cultura della Regione Emilia-Romagna, al fianco del governatore Bonaccini. Capisco che, dato il suo passato, e presente, legato alle vicende del Comune di Bologna, voglia far sentire la sua voce anche in tale ambito, però vorrei ricordargli l’impegnativo ruolo di cui attualmente gode. I suoi predecessori a reggere le sorti della cultura nella nostra Regione ben poco hanno fatto, limitandosi a fornire una pioggerella di sussidi dati per piccole cose, per bocciofile o cori verdiani o giù di lì. Tocca dunque a Felicori ridare slancio a una Regione che è tra le prime nel nostro Paese, e anche in Europa. C’è stato un tempo che, ben sostenuto da grandi assessori che si chiamavano Corticelli, Bottino, Negri Zamagni io ho auspicato che potessimo sfidare addirittura l’Assia, e realizzare dalle nostre parti qualcosa di simile alle Documenta di Kassel, e ci sono andato addirittura vicino, poi tradito dalle esigue elargizioni dei predecessori di Felicori. Ora oso sperare che con lui si riesca a sognare iniziative ampie e gloriose, di cui non ci sono avvisaglie nel nostro Comune. E dunque, se posso dare a Felicori un consiglio, allontani lo sguardo dalle modeste vicende felsinee, si tenga stretto al fianco di Bonaccini, in cui già molti intravedono il futuro segretario nazionale del Pd, e Felicori di conseguenza potrebbe avere il ruolo di ministro della cultura in quel medesimo ambito nazionale.

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