Seguo con qualche interesse le interviste domenicali che Lucia Annunziata dedica a qualche personaggio dell’attualità. Domenica 14 novembre era di scena Davide Franco, Ministro dell’Economia e Finanze. Mi sono cadute le braccia nel sentire come un ministro che reputavo competente e sicuro di sé rispondeva in modo approssimativo e imbarazzato ai questi che la conduttrice gli rivolgeva, con l’ausilio dell’ormai onnipresente Paolo Mieli. Il tema era di grande momento, la necessità di abbandonare nell’alimentazione delle auto i prodotti cosiddetti fossili, petrolio e simili, passando agli elettrici, cosa, ho già detto più volte, che non può non apparire come un fine auspicabile a un ncluhaniano della prima ora come me. Ma il punto è che per sostituire il petrolio e simili, di energia elettrica ce ne vuole in grande quantità. Si sa che i candidi, gli ottimisti puntano sulle cosiddette rinnovabili, pannelli solari e pale eoliche. Ma ci vorrebbero dati attendibili in merito. Ebbene, inutile chiederli proprio al Ministro Franco, che si è involuto in reticenza, tra il dire e il non dire. Il fatto è che noi l’energia elettrica la acquistiamo in grande misura dalla Francia, dove viene prodotta dalle centrali nucleari. E allora, questa la domanda del duo interrogante Annunziata-Mieli, torniamo anche noi al nucleare? Lo si potrebbe fare, dato che il referendum abrogativo è ormai vecchio di mezzo secolo, e le nuove centrali francesi sono deboli, bastano giusto per far andare un sommergibile, e nello stesso temo sono considerate molto sicure. Ma qui appunto, di nuovo, la totale reticenza del Ministro, incapace o ben deciso a non pronunciarsi. Lui che invece dovrebbe prevedere e dirigere le nostre mosse su questa strada decisiva. Insomma, grande delusione verso questo commis dello Stato, meglio perderlo che mantenerlo.