Arte

Rodin e Picasso, un incrocio fose non del tutto opportuno

Apprendo dal mio insostituibile informatore Artribune che Parigi rende un omaggio incrociato a Rodin e Picasso, nei loro rispettivi musei. Non so se l’accostamento di queste figure senza dubbio geniali sia del tutto pertinente. Rodin ha dimostrato in tutta la sua carriera una indubbia continuità e originalità che gli ha permesso di superare indenne le varie fasi stilistiche attraversate, dal realismo dei “Borghesi di Calais”, al revivalismo dell’omaggio a Dante, ma condotti con un medesimo linguaggio di alta levatura e di buona retorica. Poi, verso gli anni finali di carriera. Rodin è stato preso dal fascino di disegni erotici, nei quali è stato maestro perfino di un nascente genio come quello di Paul Klee. Ma insomma, si è trattato di una presenza sempre solenne, ben calibrata, coerente, per cui, se proprio gli si vuole trovare un contraltare, questo sarebbe da ricercare nell’inglese Henry Moore, uniti nel culto di una certa ufficialità e di una retorica di buona lega. Picasso invece è stato, fino al 1930, un talento irrequieto, pronto a balzare da uno stile all’altro, appropriandosi avidamente di proposte altrui (vedi per esempio il “Richiamo all’ordine” anticipato dal nostro Gino Severini), ma riuscendo sempre a impadronirsi e a dettare legge, anche quando entrava in panni altrui. Dopo il ’30, il grande creatore è cessato, è subentrato un ibridatore di stili, a cominciare dai suoi stessi, che ha incrociato e variato in riprese infinite, tanto che a me è avvenuto di applicargli il detto victorhughiano, e anche verdiano del “Roi s’amuse”. Forse solo nella scultura Picasso è riuscito a proseguire in midi asciutti ed essenziali, Vero è che se diamo un’occhiata agli alrri Maestri del primo Novecento, assistiamo a una serie di riprese, di variazioni sul tema in genere sempre più deboli, rispetto a quanto questi grandi innovatori erano riusciti ad esprimere negli anni buoni, si tratti di Braque, Mirò, Kandinsky, Chagall, e anche dei nostri Carrà, Sironi, Rosai e via elencando, forse solo con le poche eccezioni di chi ha continuato a macinare, vedi i casi di Morandi e di Guidi. Quanto a Picasso, bisogna riconoscergli il merito di non averci dato, come i suoi compagni di generazione, delle repliche stanche, bensì innesti, mescolanze che hanno del mostruoso, proprio come i dipinti posti a fare da riscontro al passo diversamente sempre ben ponderato di Rodin. Esprimere meraviglia o sconcerto o addirittura ripulsa? Confesso che in merito non riesco ad esprimermi, mi limito a prendere atto che si tratta di esperienze via via più divaricate
e imparagonabili

Rodin e Picasso, Parigi, rispettivi musei, fino al 6 marzo.

Standard